Ali Mohammed al-Nimr, che si trova da tre anni nel braccio della morte, è stato arrestato nel 2012 all'età di 17 anni durante una manifestazione di sciiti a Qatif, nella provincia orientale saudita. Un tribunale lo ha riconosciuto colpevole di 14 capi d'accusa, tra cui l'appartenenza a una cellula terroristica e l'assalto a sedi della polizia nella regione di Qatif.
Nelle province orientali del Regno, dove si concentrano i pozzi petroliferi, vivono circa 2 milioni 700 mila sciiti.
Secondo i suoi familiari, il ragazzo paga per essere il nipote di un famoso imam sciita, Sheikh Nimr Baqr al-Nimr, conosciuto per la sua militanza contro i governanti sunniti dell'Arabia Saudita, a sua volta imprigionato e decapitato, agli inizi della cosiddetta 'Primavera araba'. Il nipote stava partecipando ad una manifestazione in favore dello zio, quando e' stato catturato dalla polizia saudita.
Al-Nimr e' stato incriminato per un lungo elenco di reati: oltre a quello di far parte di un'organizzazione terroristica, e' stato accusato di possedere armi e di aver lanciato bottiglie molotov contro le forze di sicurezza. E' stato anche incolpato di aver usato il suo cellulare per organizzare la protesta. Le accuse, confermate in fase processuale, si basano sulla sua confessione che, denuncia la Ong britannica Reprieve, fu estorta con torture.(ANSAmed).