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Tre pilote volano in Arabia Saudita e fanno la storia

Primo equipaggio femminile in Paese dove è proibito guidare

16 marzo, 19:58

(ANSAmed) - ROMA, 16 MAR - Hanno pilotato un aereo dal Brunei a Gedda. E sono entrate nella storia. Non solo perché sono il primo equipaggio femminile ad aver pilotato un aereo della compagnia di bandiera del sultanato, ma soprattutto perché sono atterrate in Arabia Saudita, l'unico Paese al mondo dove alle donne è proibito guidare. La notizia è balzata su tutti i siti internazionali dopo la foto pubblicata dalla Royal Brunei Airlines ed è diventata subito virale sui social. L Le tre pilote - il comandante Sharifah Czarena, e i due primi ufficiali, Sariana Nordin e Dk Nadiah Pg Khashiem - sorridono ai comandi del Boeing 787 Dreamliner che è volato dal Brunei all'aeroporto di Gedda il 24 febbraio scorso, giornata dell'indipendenza per il piccolo Stato situato sull'isola del Borneo. L'evento avviene tre anni dopo che Czarena divenne la prima donna capitano della compagnia di bandiera in tutto il sudest asiatico. "E' un grande traguardo. Mostra alle giovani generazioni e in particolar modo alle ragazze che qualsiasi sogno può essere realizzato", disse all'epoca il capitano in un'intervista al Brunei Times. Da allora, la Royal Brunei Airlines si è impegnata a coinvolgere più donne nell'industria offrendo anche a loro programmi di apprendistato di ingegneria. Ma il viaggio 'storico' delle tre pilote in Arabia Saudita ha messo in evidenza ancora una volta le restrizioni alle donne nel Paese dove solo nel dicembre dello scorso anno hanno potuto votare e candidarsi alle elezioni municipali (19 sono state poi elette). Ma la guida rimane un 'tabù'. Negli ultimi anni, la protesta è sfociata anche sui social. La campagna denominata Women2Drive ha ricevuto quasi 18mila 'mi piace' su Facebook e chiede alle donne di postare foto mentre sono al volante. Nel dicembre del 2014, Loujain al-Hathloul venne arrestata dopo che tentò di guidare in Arabia Saudita dagli Emirati Arabi. Con lei, finì in manette anche l'amica per il solo fatto di averla apertamente sostenuta. Entrambe furono scarcerate dopo 70 giorni di reclusione.

"Dopo anni di false promesse per porre fine a queste assurde restrizioni sulle donne, le autorità saudite continuano ancora ad arrestarle perché si mettono dietro al volante", denunciò all'epoca Sarah Leah Whitson, il direttore di Human Rights Watch per il Medio Oriente e il Nord Africa. "Le restrizioni degradanti del governo saudita sulle donne sono ciò che portano la vergogna al Paese, non gli attivisti coraggiosi che difendono i loro diritti". (ANSAmed)-
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