Nonostante l'opposizione della Casa Bianca, il Senato americano - a maggioranza repubblicana - ha dato il via libera al provvedimento secondo cui il governo saudita potrà essere chiamato in causa nei tribunali Usa. Questo per il suo presunto coinvolgimento negli attacchi che costarono la vita a oltre tremila persone. Coinvolgimento sempre negato da Riad ma che - secondo molti - potrebbe emergere dalle 28 pagine secretate del rapporto della commissione di inchiesta che indago' sugli attentati.
La monarchia saudita ha già tuonato più volte contro il testo all'esame del Congresso Usa, minacciando gravissime conseguenze se la legge dovesse passare in via definitiva. Conseguenze soprattutto sul fronte del debito pubblico americano, a partire dalla vendita dei titoli del Tesoro in mano ai sauditi: titoli pari a un valore, al marzo 2016, di 116,7 miliardi di dollari. Ma se a ciò si aggiungesse la vendita degli altri asset sauditi negli Usa si potrebbe arrivare fino a 750 miliardi di dollari. Un avvertimento, questo, che e' stato consegnato nelle mani delle autorità americane direttamente dal ministro degli esteri saudita, Adel al Jubeir, lo scorso marzo nel corso della sua ultima visita a Washington. E che probabilmente è stato riecheggiato anche durante la recente visita di Barack Obama a Riad.
E se il controverso provvedimento sarà molto probabilmente approvato anche dalla Camera dei Rappresentanti del Congresso americano - anch'essa in mano ai repubblicani - è molto improbabile invece che possa arrivare la firma di Barack Obama, che comunque siederà sulla poltrona dello Studio Ovale ancora per sei mesi. A confermare la linea del presidente, subito dopo il voto del Senato, la Casa Bianca, che con il portavoce Josh Earnest ha anche espresso "serie preoccupazioni". Preoccupazioni su una iniziativa che rischia di intaccare profondamente i rapporti tra gli Stati Uniti e quello che fino a poco tempo fa era considerato il maggior alleato Usa nel Golfo.
Fatto sta che dubbi e domande sul ruolo dell'Arabia Saudita nella preparazione degli attentati dell'11 settembre si susseguono da oltre un decennio. E le famiglie delle vittime degli attacchi hanno più volte tentato di trascinare in tribunale i membri della famiglia reale saudita, ritenuta responsabile di aver finanziato il terrorismo di al Qaida. Ma finora queste iniziative hanno avuto scarso successo, bloccate soprattutto da una legge del 1976 che riconosce una sorta di immunità ai governi stranieri. Governi che così non possono essere chiamati in causa nelle corti Usa. Ma con la legge approvata ora dal Senato tutto cambierebbe. (ANSAmed).