"In cambio - ha aggiunto Kerry - gli Houthi devono consegnare a una parte terza le armi pesanti in loro possesso". Tra queste, ha sottolineato, vi sono "missili balistici ricevuti dall'Iran e schierati alle frontiere dell'Arabia Saudita".
"Incoraggiamo ora gli Houthi e i loro sostenitori ad appoggiare questo piano", ha aggiunto Kerry, riferendosi ancora all'Iran, principale alleato dei ribelli sciiti che dal settembre del 2014 controllano la capitale, Sanaa.
Il governo riconosciuto dalla comunità internazionale del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, vicino all'Arabia Saudita, ha invece la sua capitale provvisoria nella città portuale di Aden, nel sud del Paese.
Kerry si è detto anche "preoccupato per il degrado della situazione umanitaria in Yemen" e le vittime civili dei bombardamenti, "da qualsiasi parte siano provocate".
Un riferimento quindi anche ai raid della Coalizione araba a guida saudita che dal marzo del 2015 bombardano gli Houthi e i militari loro alleati ancora fedeli al deposto presidente Ali Abdullah Saleh. Medici senza Frontiere (Msf) ha tra l'altro accusato la Coalizione di avere bombardato quattro ospedali supportati dalla stessa organizzazione in meno di un anno.
L'ultimo di questi attacchi, nella provincia di Hajjah, ha provocato 19 morti e 24 feriti.
La guerra civile, che dura da quasi due anni, ha provocato oltre 9.000 morti, di cui 3.800 civili, e circa 3 milioni di sfollati. Kerry ha anche annunciato uno stanziamento di altri 189 milioni di dollari per la popolazione yemenita, sottolineando che gli Usa sono già il primo Paese contributore.
(ANSAmed).