NAPOLI - "Volevo fare un film sulla censura, sulla libertà e sullo spazio pubblico che è sempre più limitato in Arabia Saudita. Ma nessuno vuole vedere un film su temi noiosi, così abbiamo deciso di raccontarli con una commedia". Così Mahmoud Sabbagh decrive 'Barakah meets Barakah', il film uscito nel weekend solo nelle sale negli Emirati Arabi Uniti e che è il candidato del Paese per le nomination come miglior film straniero agli Oscar: la risposta dall'Academy è attesa per gennaio. Nella versione per gli Eau, spiega il regista al Gulf News, sono state tagliate due scene, una per un gesto di una mano e una per una "lieve volgarità". Il regista non è ancora riuscito a far distribuire il film negli altri Paesi arabi. Sabbagh ha descritto il film prima della premiere a Dubai, partendo da una annotazione sociale: "Quando parlo di spazio pubblico penso al fatto che nelle strade dell'Arabia Saudita si vedono sempre meno donne, persone che appartengono alle minoranze etniche e stranieri". 'Barakah meets Barakah' racconta con leggerezza la storia di una delle cose più complicate da fare a Gedda: avere una relazione romantica. Il protagonista, Barakah, è un impiegato che ama però anche recitare e si prepara a interpretare Ofelia in un piccolo teatro. Nella sua vita arirva Bibi, che sogna di diventare una star dei social network, ma in realtà è insoddisfatta della sua vita. I due cominciano a frequentarsi, ma tutto diventa difficile: una cena romantica, una giornata in spiaggia, una serata passata a sentire musica in auto. Tutti questi momenti finiscono allo stesso modo: con l'arrivo della polizia e la fine dell'appuntamento. Una commedia che fa riflettere, quindi, come testimoniato da due momenti in cui passano foto storiche dell'Arabia Saudita con una voce narrante che racconta della libertà delle generazioni passate, confrontandola con quella di oggi: "Il mio film - spiega Sabbagh - è un contributo al dialogo nazionale. Non volevo paragonare la condizioni dei sauditi a quella di cittadini di altri Paesi, ma paragonare i sauditi ai sauditi stessi. Non parlo del confronto tra est e ovest, ma dell'Arabia Saudita degli anni '70 e quella di oggi, perché è dall'evoluzione di una società che si ha un quadro completo".