(ANSAmed) - ROMA, 10 OTT - Due missili sono stati lanciati
dal territorio yemenita controllato dai ribelli Houthi verso un
cacciatorpediniere Usa, lo Uss Mason. Lo ha riferito la Marina
statunitense, precisando che non vi sono stati né danni né
feriti e non vi è nemmeno certezza su quale fosse il bersaglio.
Il lancio avviene due giorni dopo un raid aereo della
coalizione a guida saudita su una cerimonia funebre a Sanaa, che
che ha provocato 155 morti. Strage condannata dall'Onu per per
la quale la Casa Bianca si era detta ieri "profondamente
turbata", avvertendo che la cooperazione sulla sicurezza con
l'Arabia Saudita non andava considerato come un "assegno in
bianco".
Alla cerimonia funebre - per un importante patriarca tribale
- erano presenti diversi esponenti dei ribelli sciiti Houthi,
alleati con le truppe ancora fedeli al deposto presidente Ali
Abdullah Saleh, e in guerra con il governo riconosciuto
internazionalmente del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, vicino
a Riad. Il governo saudita si è poi impegnato a svolgere
un'inchiesta sull'attacco, uno dei più sanguinosi dall'inizio
dell'intervento militare di Riad nella crisi interna yemenita.
I media sauditi hanno parlato oggi anche di un altro missile
sparato dallo Yemen e che aveva come bersaglio apparente una
base aerea vicina alla Mecca: l'attacco è il più profondo, da
parte dei ribelli Houthi, nel territorio del Regno.
Nell'intervento militare della coalizione a guida saudita
partecipano anche rappresentanti britannici e statunitensi, che
hanno accesso al centro di controllo dei raid aerei ed alla
lista dei bersagli. Finora, riferisce ancora il Guardian, Londra
ha venduto a Riad armi per oltre 3,7 miliardi di sterline. Negli
Usa è stato bocciato la scorsa settimana un progetto di legge
che bloccava una vendita di armi a Riad per 1,5 miliardi di
dollari: un affare in corso nonostante le tensioni tra
Washington e la monarchia saudita in seguito all'accordo sul
programma nucleare dell'Iran - il rivale sciita per il controllo
della regione - iraniano e la riluttanza di Washington ad
intervenire con più decisione in Siria contro il presidente
Bashar Al Assad. Polemiche sono in corso anche in Italia per un
recente viaggio a Riad del ministro della Difesa Roberta Pinotti
e sui termini della collaborazioni militare con i sauditi.
Secondo dati riferiti in agosto dall'Alto commissario Onu per
i diritti umani, l'intervento saudita in Yemen - il Paese più
povero del mondo arabo - aveva ucciso fino ad allora - ricorda
ancora il Guardian - 3.800 civili, mentre 7,6 milioni di persone
soffrivano di denutrizione e oltre 3 milioni avevano dovuto
lasciare le loro case. (ANSAmed).