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Ambasciatore saudita, solidi i nostri rapporti con Roma

Forum all'ANSA con Krimly. Iran, Siria e Opec tra i temi

27 ottobre, 19:31

(ANSAmed - ROMA, 27 OTT - "I rapporti tra Italia e Arabia Saudita sono molto solidi: nel campo economico, politico e nell' intelligence. Ma ci sono molti margini di miglioramento". Così l'ambasciatore del regno saudita a Roma, Rayed Khalid A. Krimly, che ha partecipato al forum organizzato dall'ANSA, 'Italia e Arabia Saudita, oltre le crisi, le sfide comuni e le nuove opportunità'.

Un intervento, quello dell'ambasciatore, che oltre all'Italia ha toccato diversi argomenti tra cui la crisi siriana, il rapporto con l'Iran, la crisi petrolifera, il lancio del cosiddetto 'Saudi Vision 2030': un piano per diversificare l'economia e "non dipendere per sempre dalla produzione dell'oro nero".

"L'Italia è tra i primi 10 Paesi esportatori in Arabia Saudita, prima della Gran Bretagna, dopo Cina e Usa, Germania, Giappone, Francia, Eau" - spiega Krimly -. "La cooperazione economica è in aumento e sono molte le aziende presenti nel nostro Paese che lavorano a progetti importanti. Così come molti sauditi visitano l'Italia. Credo tuttavia che la nostra cooperazione può espandersi in altri settori tra cui lo scambio culturale e di istruzione", ha proseguito. E ancora: "Condividiamo con l'Italia e gli Usa il gruppo internazionale per la lotta al finanziamento all'Isis".

"Gli italiani sono più consapevoli dei legami con il Mediterraneo e il mondo arabo e il vostro Paese rappresenta un ponte tra mondo arabo, l'Africa e il resto d'Europa".

Per quanto riguarda la possibile apertura di un dialogo con l'Iran, "noi lo auspichiamo, ma Teheran deve smetterla di finanziare i terroristi, di fornire le armi e l'addestramento e di interferire con i nostri affari".

E spiega: "Non contestiamo l'importanza di un ruolo per l'Iran. Ma deve essere positivo, di sostegno alla pace e alla sicurezza. Non solo per la regione, ma per il Paese stesso. Un Iran stabile e sicuro è nel nostro interesse e anche loro.

Abbiamo mantenuto un dialogo aperto con l'Iran per decenni.

Avevamo grandi speranze con Rafsanjani, con Khatami e con Ahmadinejād. Con Rohani è veramente una questione aperta. Prima bisogna vedere cambiamenti nel comportamento".

Sulla prossima riunione dell'Opec, (il 30 novembre a Vienna), e l'accordo relativo ai livelli di produzione del petrolio nel tentativo di evitare un ulteriore calo dei prezzi mondiali, secondo l'ambasciatore "saranno i mercati a decidere, ma si sta certamente muovendo nella giusta direzione, in particolar modo dopo le ultime riunioni tra la Russia e i membri dell'Opec".

E' nell'interesse di tutti - sottolinea - produttori e mondo economico, avere un prezzo del petrolio migliore e più stabile perché in futuro avremo bisogno di più petrolio di quello che consumiamo oggi e servono più investimenti possibili con i prezzi attuali".

Sulla crisi siriana e il continuo spargimento di sangue, "l'unica soluzione è politica e sosteniamo tutti gli sforzi per arrivare ad una fine del conflitto, compreso l'Onu. Abbiamo bisogno di una Siria per tutti i siriani. Ciò che accade nel Paese è terribile ed è inimmaginabile che la comunità internazionale non faccia nulla per fermare le atrocità.

Parliamo di centinaia di migliaia di morti, di persone torturate, donne violentate, di sfollati che sta creando problemi ai Paesi vicino e all'Ue. La violenza non risolve i problemi". (ANSAmed).

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