(ANSAmed) - ROMA, 8 NOV - L'instabilità del Medio Oriente, i
suoi effetti sulla sicurezza internazionale, il ruolo
dell'Arabia Saudita, il terrorismo, le sfide dei Paesi della
regione, sono state al centro di una tavola rotonda dal titolo
'la stabilità del Medio Oriente: soluzioni multilaterali per
sfide comuni', organizzata dal Centro Studi Internazionali
(CeSI) con la collaborazione dell'ambasciata saudita a Roma.
Un forum al quale, oltre all'ambasciatore del Regno, Rayed
Khalid A. Krimly, hanno preso parte una delegazione del CeSi
(con il presidente Andrea Margelletti) e alcuni membri del Shura
council saudita, un organo parlamentare consultivo. La crisi
nella regione "ha creato il collasso nelle relazioni tra i Paesi
e un vuoto che deve essere riempito. I Paesi del Consiglio di
Cooperazione del Golfo possono contribuire a riportare la
stabilità", sostiene Zuhair Al Harithi, membro del Shura
Council. "Ma - sottolinea - occorre fare pressioni sull'Iran,
per fermare i finanziamenti ai gruppi terroristici. La comunità
internazionale dovrebbe intervenire in merito e l'Unione Europea
può giocare un ruolo importante". Poi precisa, "non siamo contro
gli iraniani, ma contro la loro politica estera. Abbiamo sempre
avuto buoni rapporti e vorremmo farlo anche adesso, ma questo
non è nella loro agenda". "La regione è la più vulnerabile nel
mondo e l'Iran non ha mai avuto un ruolo positivo", sostiene il
professor Saleh Al Husaini, a capo della delegazione del Shura
Council. "Nello Yemen, per esempio, vorrebbero uno Stato con un
governo debole, questa è la loro politica. Mentre l'Arabia
Saudita è interessata ad una soluzione politica nel Paese",
aggiunge.
Sul fronte terrorismo, "in Arabia Saudita il problema è
affrontato a partire dalle scuole e università per far capire
che l'Islam è una religione di pace", afferma Tamar Al
Ghashaian. "Il governo, inoltre, ha un elenco delle
organizzazioni terroristiche e ha approvato alcune leggi che
condannano chi partecipa a questi gruppi".
La tavola rotonda è stata anche l'occasione per parlare di
'Saudi Vision 2030', il piano lanciato da Riad per la
trasformazione dell'economia che, con massicci investimenti e
riforme nei prossimi 15 anni, dovrebbe avviare il Paese verso
un'economia più matura, riducendo la dipendenza dal petrolio.
"Non sarà facile, ma è una sfida che il Regno vuole vincere", ha
precisato Al Husaini. "Il piano - ha spiegato - raddoppierà il
nostro Pil di tre volte e ci permetterà di essere più integrati
con il mercato". E, sui rapporti con l'Italia, l'ambasciatore ha
confermato che sono solidi, con ulteriori margini di sviluppo.
Nel forum si è parlato anche del ruolo delle donne nella
società saudita. "Se ne parla spesso solo per dire che sono
oppresse. Ma non è così", afferma la dott.ssa Amal Asshaman, che
fa parte del Shura Council. E spiega: "Il 50% dei laureati è
rappresentato da donne. Dei 150 membri del nostro gruppo, 30
sono donne. Nelle scorse elezioni municipali, sono state elette
20 donne. Questo dimostra che c'è una percezione sbagliata.
Inoltre, crediamo che le donne possano avere un ruolo maggiore
nel futuro". (ANSAmed).