Fonti di stampa locali affermano che la Suprema corte amministrativa di Manama ha deciso la dissoluzione della Società di azione nazionale democratica, meglio nota come Waad (Promessa), e la confisca dei suoi beni. La decisione è stata presa dopo che a marzo scorso il ministero della giustizia aveva formalmente accusato Waad di "sostenere il terrorismo", in riferimento a presunti legami tra il movimento sciita locale e l'Iran, rivale dell'Arabia Saudita di cui il Bahrain è alleato. La decisione rientra inoltre nella campagna di repressione portata avanti da Manama contro il dissenso politico e civile di espressione sciita, confessione che rappresenta la maggioranza della popolazione del piccolo regno del Golfo. L'anno scorso le autorità avevano messo al bando il principale partito di opposizione, al Wifaq (la Concordia) e revocato la cittadinanza a uno dei massimi esponenti dello sciismo del Bahrain.
Nelle elezioni del 2010 al Wifaq aveva ottenuto 18 dei 40 seggi dell'Assemblea nazionale, ma era stato estromesso l'anno successivo nell'ambito della repressione governativa avvenuta durante le proteste popolari del 2011 scoppiate nel contesto delle rivolte in molti Paesi della regione. Nei giorni scorsi 286 sciiti sono stati arrestati, oltre cento feriti e dei cinque uccisi dalla polizia di Manama nel corso di una manifestazione a Diraz a sostegno del leader spirituale sciita, Sceicco Isa Qassim, appena condannato ad un anno di reclusione e poi arrestato. (ANSAmed).