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Arabia Saudita: ministro esteri, con Qatar nulla da negoziare

Alfano ad Adel al-Jubeir, spazio per altri rapporti economici

21 luglio, 20:51

Alfano meets Adel al-Jubeir Alfano meets Adel al-Jubeir

ROMA - Nella guerra diplomatica in atto contro il governo del Qatar, "non abbiamo nulla da negoziare".

Lo ha dichiarato il ministro degli esteri dell'Arabia saudita Adel al-Jubeir, che oggi a Roma ha inocntrato il ministro degli Esteri Angelino Alfano.

Parlando in conferenza stampa, il giovane ministro saudita ha ribadito che il Qatar deve scegliere se "smettere di finanziare il terrorismo" o continuare a farlo. "L'Arabia Saudita, il Bahrain, l'Egitto e gli Emirati arabi uniti hanno dichiarato di non dare "nessuno sostegno al terrorismo, finanziamento al terrorismo e di non incitare a discorsi di odio".

I qatarini "hanno accettato 8 richieste su 13 nel 2014", ma non sono state "mai attuate". È necessario che il Qatar "si attenga a quei principi. Non lo facciamo per far male al Qatar", ha aggiunto, è stato un passo di "grande dolore", ma necessario per "garantire che non si sostenga più il terrorismo".

Riad è intenzionata ad "andare avanti per migliorare il Paese", ha dichiarato, ma "se dobbiamo affrontare il terrorismo si complica il processo" e per questo "siamo intolleranti nei confronti del terrorismo" e "determinati a lavorare con gli alleati", tra i quali l'Italia. Adel al-Jubeir ha ribadito le accuse saudite anche a Teheran.

"L'Iran sponsorizza il terrorismo - ha affermato - stabilisce cellule terroristiche nei nostri Paesi, viola i trattati internazionali e sta facendo entrare in Kuwait, Yemen e Bahrain armi ed esplosivi per destabilizzare la regione". Sulla situazione nella regione, ha proseguito, "non si tratta di sunniti o sciiti, ma dell'Iran che cerca di dominare la regione. Non possiamo consentirlo", ed è necessario respingere questo "atteggiamento aggressivo sanzionato a livello mondiale".

Al-Jubeir ha infine sostenuto che l'Iran invia le sue Guardie della della Rivoluzione anche in Yemen, oltre che in Siria e Iraq, "interferisce negli affari interni e alimenta il fuoco del settarismo". L'Iran "deve decidere se sono una rivoluzione o uno Stato-nazione", ha concluso - perché "la rivoluzione è emotiva", mentre "lo Stato è razionale", e finché l'Iran "non decide non possiamo andare avanti". 

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