''La comunita' internazionale non e' riuscita a proteggere coloro che in quel momento avevano bisogno di aiuto e che poi sono stati uccisi'', ha detto Ban, e ha aggiunto che negli anni scorsi ''i leader mondiali hanno generato come principio l'obbligo di difendere i civili''.
Accompagnato dal presidente della presidenza tripartita bosniaca, il musulmano Bakir Izetbegovic, Ban Ki-moon ha deposto una corona di fiori davanti al monumento di Potocari ed e' rimasto in raccoglimento davanti al muro con i nomi delle 8.372 vittime.
''Mentre guardo le file di tombe, i nomi Amir, Fikret, Hamdija e altri ottomila con loro, voglio dire che Srebrenica e' terra sacra per le famiglie delle vittime, ma anche per le famiglie delle nazioni'', ha detto Ban dicendosi ''triste e addolorato'' ed esprimendo profondo rispetto per le madri di Srebrenica. ''Lei e' venuto a confrontarsi con il risultato degli errori e della mancanza di coraggio dei suoi predecessori'', ha detto Izetbegovic, ricordando che l'Onu ha ammesso i propri errori con la risoluzione 1999. Gia' ieri, parlando al parlamento bosniaco a Sarajevo ed evocando il dramma di Srebrenica, il Segretario generale dell'Onu aveva lanciato un appello alla comunita' internazionale ad agire subito per fermare i massacri in Siria. (ANSAmed).