La Biblioteca, fondata nel 1537 da Gazi Husrev-bey, il governatore ottomano della Bosnia - il Paese ha fatto parte dell'impero ottomano dal 1463 al 1878 - è gestita dalla comunità islamica e si è trasferita da poco in un nuovo edificio, nel centro storico di Sarajevo, la cui costruzione è stata interamente finanziata, con 6.5 milioni di euro, dal Qatar. L'intero fondo, di oltre 100.000 titoli, tra manoscritti, libri stampati, periodici e anche originali documenti storici, è già digitalizzato e dovrebbe fra breve essere disponibile anche su internet grazie al progetto di una biblioteca virtuale.
Il manoscritto più antico è la copia di un'opera teologico-mistica di Mohammad Gazali, che risale al 1105, mentre è ritenuto particolarmente prezioso un trattato di medicina, "El-Kanum", dalla penna di Avicenna. Durante l'assedio di Sarajevo del 1992-95, i 500 manoscritti più preziosi furono custoditi nel caveau di una banca, ma circa sei mila titoli vennero perduti, nell'aprile del 1992, nell'incendio, causato dall'artiglieri serba, che distrusse completamente l'Istituto orientale. Una parte del fondo bibliotecario fu perduta in passato nel 1679 quando una grande parte di Sarajevo fu bruciata da Eugenio di Savoia. (ANSAmed)