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Bosnia: 19/mo Srebrenica, tumulazione altre 175 vittime

Migliaia rinnovano Marcia della Pace in ricordo genocidio

09 luglio, 19:16

(ANSAmed) – SARAJEVO, 9 LUG – Nel 19/mo anniversario del massacro di Srebrenica, un migliaio di sarajevesi ha reso omaggio oggi, davanti alla presidenza bosniaca - nel silenzio rotto solo da gemiti di pianto - al corteo che, partito dall'obitorio di Visoko, era diretto a Srebrenica trasportando i resti di altre 175 vittime del genocidio del 1995, identificate negli ultimi 12 mesi. Le salme verranno tumulate venerdì al cimitero e Memoriale di Potocari, alla periferia di Srebrenica, la cittadina dichiarata 'zona protetta dell'Onu' in cui i soldati serbi del generale Ratko Mladic sterminarono in pochi giorni oltre 8.000 musulmani. "Solo dolore e tristezza - ha detto Ajkuna Mujic - non troverò mai pace, se non forse all'altro mondo". Ajkuna nel massacro ha perso due figli, di 18 e 20 anni, il marito, 4 fratelli e una cinquantina di altri parenti: le spoglie di uno dei suoi fratelli erano oggi a bordo dell'enorme camion che le persone ai bordi della strada toccavano con mano e ricoprivano di fiori. Dal 2003 allo scorso anno, a Potocari, sono stati tumulati i resti di 6.066 persone, per lo più uomini e ragazzi, identificati grazie al Dna. Altre 2.000 vittime identificate aspettano, invece, per volere dei familiari, che vengano ritrovate le ossa mancanti e completati gli scheletri, mentre secondo gli esperti forensi, vi sarebbero fosse comuni non ancora aperte. Ieri, per commemorare le vittime del genocidio, circa cinquemila persone erano partite dal villaggio di Nezuk, vicino Tuzla, in una 'marcia della pace' per ripercorrere a ritroso quella 'marcia della morte' compiuta dai 15.000 disperati che, dopo la caduta della città, cercarono la salvezza a Tuzla, che era sotto il controllo delle forze governative. Solo pochi si salvarono, decimati dall'artiglieria serba, uccisi nelle imboscate o sterminati in altre localita' dopo essersi arresi agli uomini di Mladic. Dovevano unirsi ai partecipanti della marcia anche un gruppo di ciclisti e le attiviste dell'Ong "Donne in nero" partiti da Belgrado, ma sono stati costretti a tornare nella capitale della Serbia dopo essere stati aggrediti a Valjevo da un gruppo di uomini di cui alcuni portavano magliette con il volto di Mladic, attualmente sotto processo al Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) per genocidio e crimini di guerra. (ANSAmed).

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