(ANSAmed) - BRUXELLES, 16 LUG - Per i giudici del tribunale
dell'Aja che oggi hanno dichiarato l'Olanda civilmente
responsabile per la deportazione di 300 uomini e ragazzi
musulmani uccisi a Srebrenica dalle forze serbe, e non per tutte
le 8000 vittime, come sostenuto dall'accusa.
I 300 sono infatti quelli che si trovavano presso il quartier
generale del battaglione olandese (Dutchbtat). Secondo il
giudice olandese, nel pomeriggio del 13 luglio il Dutchbat "non
avrebbe dovuto lasciar andare gli uomini che si trovavano presso
i loro edifici". I soldati olandesi inoltre, ha sottolineato,
avrebbero dovuto tenere conto della possibilità che "sarebbero
stati vittime di un genocidio".
Tuttavia, anche se i soldati olandesi avrebbero dovuto
denunciare direttamente i crimini di guerra, lo stato olandese
non può esser giudicato responsabile complessivamente della
strage perché tale iniziativa non avrebbe comportato "un
intervento militare diretto dell'Onu" e non avrebbe perciò
impedito il genocidio.
L'Olanda è già stata condannata nei mesi scorsi a risarcire i
familiari di tre musulmani uccisi dopo essere stati cacciati da
una base militare dei caschi blu olandesi, diventando così il
primo Paese sanzionato per il comportamento dei suoi militari in
missione su mandato Onu. (ANSAmed).