La Nato cominciò a bombardare i carri armati serbi che avanzavano verso la città, ma dopo che i serbi, che già tenevano in ostaggio 300 caschi blu francesi e britannici, minacciarono di attaccare i soldati dell'Onu olandesi, i bombardamenti cessarono. L'11 luglio Ratko Mladic, oggi sotto processo al Tribunale penale dell'Aja (Tpi) per genocidio e crimini di guerra e contro l'umanità, entrò in una Srebrenica deserta e la sera di quel giorno a Potocari c'erano già 20-25 mila rifugiati.
Alcune migliaia riuscirono a entrare nel recinto della base olandese, altri si accamparono fuori. Il 12 luglio i soldati di Mladic cominciarono a dividere gli uomini, tra i 15 e i 65 anni, da donne, bambini e anziani. Gli uomini vennero uccisi sul posto o portati in varie strutture nell'area di Bratunac. Oltre 23 mila donne, bambini piccoli e anziani vennero invece deportati con dei pullman e camion verso Tuzla entro la sera del 13 luglio. Quello stesso giorno i caschi blu olandesi costrinsero i rifugiati a lasciare la base consegnandoli praticamente nelle mani dei carnefici. Fra il 12 e il 23 luglio una parte degli uomini e ragazzi che si erano avviati verso Tuzla attraverso i boschi vennero uccisi in imboscate, decimati dai bombardamenti, si arresero e furono fatti prigionieri in varie località. Si stima che nel pomeriggio del 13 luglio ci furono oltre sei mila prigionieri musulmani. Le prime esecuzioni di massa cominciarono nel pomeriggio del 13 con la fucilazione di 150 musulmani a Cerska, e si conclusero il 16 luglio, quando cominciarono gli scavi delle fosse comuni. Un mese e mezzo dopo, militari e poliziotti serbo-bosniaci, per occultare le prove del massacro, esumarono e riseppellirono I corpi delle vittime in altre località della zona. Fino ad oggi sono state aperte 93 fosse comuni, contenenti ossa dalle quali si sono ottenuti 7.033 profili Dna: comparati con i campioni dei congiunti sopravvissuti hanno permesso l'identificazione di 6.930 vittime.
Per il genocidio di Srebrenica sono state finora incriminate 70 persone, di cui 20 dal Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) e 50 dal tribunale di Sarajevo per crimini di guerra.
Tredici imputati, tra cui tre comandanti militari serbi, sono stati condannati all'ergastolo. (ANSAmed)