Una visita destinata ad allentare le forti tensioni dei giorni scorsi fra Belgrado e Sarajevo, alimentate prima dal veto russo alla risoluzione Onu che definiva 'genocidio' il massacro di ottomila musulmani a Srebrenica nel luglio 1995, e successivamente dall'aggressione subita da Vucic l'11 luglio al cimitero-memoriale di Potocari al termine delle commemorazioni solenni per il ventennale del massacro di Srebrenica. Il premier conservatore - in passato ultranazionalista serbo e ministro nel governo di Slobodan Milosevic, che dando prova di grande coraggio e sensibilita' politica si era recato a Srebrenica - era stato duramente contestato da gruppi di musulmani piu' intransigenti che lo avevano bersagliato con il lancio di pietre e bottiglie. Il giorno dopo tuttavia Vucic, dimostrando nuovamente abilita' e fiuto politico - aveva reagito con grande moderazione all'incidente invitando a Belgrado i tre component della presidenza collegiale bosniaca - il croato Dragan Covic, che da pochi giorni ricopre la presidenza di turno, il serbo Mladen Ivanic e il musulmano Bakir Izetbegovic.
"Quello che e' avvenuto a Potocari e' stata una cosa certamente spiavecole, ma non e' niente in confront a quanto accaduto ai serbi, croati e bosniaci che hanno perso i loro cari (nelle guerre fratricide degli anni novanta, ndr)", ha detto Vucic in conferenza stampa. "Oggi abbiamo aperto una pagina nuova nel nostro future comune. Con la Bosnia-Erzegovina vogliamo avere i rapport migliori possibili". Analoghi toni moderati e distensivi da parte di Izetbegovic, il membro musulmano della presidenza bosniaca. "Dopo cento anni di guerre e sofferenze e' tempo di avere cento anni di pace", ha detto sottolineando l'importanza di garantire stabilita' all'intera regione.
In compagnia di Vucic, i componenti della presidenza bosniaca hanno fatto una lunga passeggiata nel centro di Belgrado, e hanno visitato la Fortezza e il parco di Kalemegdan, che domina la confluenza di Sava e Danubio e che e' tra i simboli di Belgrado. In loro onore si sono esibiti gruppi musicali e folcloristici, che hanno eseguito anche brani tanto cari ai sarajevesi. Il premier Vucic e Izetbegovic si sono quindi affrontati in una partita a scacchi, loro grande passione.
La visita a Belgrado della presidenza bosniaca, che ha senza dubbio segnato una svolta importante nei rapport tra Serbia e Bosnia-Erzegovina, e che hanno registrato un innegabile successo politico per il prenmier Vucic - si e' svolta nella massima calma e tranquillita', senza alcun incidente o episodio di intolleranza. (ANSAmed).