Le ultime tre vittime identificate in questi giorni sono i fratelli Kandzetovic, Bakir di 37 e Ibrahim di 29 anni, e Midhat Selimovic che al momento della morte aveva 28 anni.
Nel cimitero di Potocari, alla periferia di Srebrenica, sono già state sepolte negli anni passati le spoglie di 6.377 musulmani massacrati dai serbo-bosniaci nel luglio 1995, mentre nell'obitorio di Tuzla ci sono ancora le ossa di 80 vittime, da tempo esumate da fosse comuni e ufficialmente identificate, ma le cui famiglie non hanno ancora deciso la sepoltura perché gli scheletri sono incompleti o addirittura rappresentati da un paio di ossa: i parenti coltivano la speranza che le parti mancanti possano ancora essere ritrovate, poiché a causa dei trasferimenti, spesso per mezzo di bulldozer, nel tentativo di occultare le prove dell'enorme crimine, i resti delle vittime sono dispersi in più fosse comuni. In vista della commemorazione dell'eccidio, l'11 luglio, stamani sono partiti da Sarajevo i partecipanti della Marcia della Pace Sarajevo-Nezuk-Potocari, lunga 260 chilometri, alla sua quinta edizione, sulle orme dei 15.000 uomini e ragazzi che, attraverso i boschi, cercarono la salvezza a Tuzla, zona sotto il controllo delle forze governative, dopo la conquista di Srebrenica da parte delle truppe serbe al comando del generale Ratko Mladic: i disperati furono costantemente bombardati dall'artiglieria serba, uccisi nelle imboscate o sterminati in altre località dopo essersi arresi agli uomini di Mladic.
(ANSAmed)