(ANSAmed) – SARAJEVO, 2 DIC – Un coro di critiche da parte di
esponenti serbo-bosniaci ha accolto la decisione della Corte
costituzionale della Bosnia-Erzegovina, che ieri ha invalidato i
risultati del referendum svoltosi il 25 settembre scorso nella
Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di Bosnia)
sulla festa della Rs del 9 gennaio. Una ricorrenza giudicata
discriminatoria, anche dalla Commissione di Venezia, nei
confronti dei croati e dei musulmani - che sono con i serbi le
altre componenti della popolazione della Bosnia-Erzegovina. In
precedenza, la stessa decisione del parlamento dell'entità serba
di indire il referendum era stata dichiarata anticostituzionale.
"Null'altro ci potevamo aspettare se non questa vergognosa
decisione della Corte costituzionale in cui siedono alti
funzionari dell'Sda", (il maggiore partito musulmano), ha detto
oggi il presidente della Rs Milorad Dodik, che ha definito la
sentenza di annullamento "un attacco diretto contro il diritto
democratico di un popolo".
Il 9 gennaio 1992 i parlamentari serbo-bosniaci proclamarono
unilateralmente una Repubblica serba in Bosnia, decisione questa
alla base del conflitto sanguinoso che ne segui' e che provoco'
centomila morti e due milioni di profughi. Il 9 gennaio viene
anche festeggiato santo Stefano, patrono cristiano ortodosso
della Rs. (ANSAmed)