(ANSAmed) – SARAJEVO, 17 LUG – Le dichiarazioni di Milorad
Dodik, presidente della Republika Srpska (Rs, entità a
maggioranza serba di Bosnia), pronunciate il 7 luglio scorso a
Bratunac, pochi giorni prima dell'anniversario del genocidio di
Srebrenica, sono le più pericolose fatte da un esponente
politico dai tempi della firma dell'accordo di pace di Dayton
nel novembre 1995. Lo ha detto l'esponente musulmano della
Presidenza tripartita bosniaca, Bakir Izetbegovic, citando le
parole di Dodik che aveva affermato: "Sono noti i piani di varie
fondazioni, soprattutto islamiche, che hanno indirizzato flussi
di denaro per far sì che dopo la guerra patriottica tornassero i
musulmani e occupassero di nuovo il fiume Drina".
Questo significa, ha detto Izetbegovic, che per Dodik i bosniaci
musulmani, popolazione autoctona della zona, sarebbero
occupanti, che la pulizia etnica e il genocidio di oltre otto
mila musulmani di Srebrenica sarebbero una Guerra positiva per
la patria, e che il ritorno dei profughi secondo l'annesso 7
dell'accordo di Dayton una rioccupazione da impedire.
Inoltre, ha detto Izetbegovic, gli attacchi di Dodik contro la
Corte costituzionale, il Csm e quelli più recenti contro
l'agenzia di intelligence (Osa) sono parte di uno stesso piano
mirante a indebolire lo Stato. (ANSAmed)