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Bosnia: ricordato a Sarajevo volontario italiano ucciso 1993

Gabriele Moreno Locatelli era in missione di pace

03 ottobre, 18:57

(ANSAmed) - SARAJEVO, 3 OTT - Nel 24/mo anniversario della morte di Gabriele Moreno Locatelli, il pacifista italiano di Canzo (Como) ucciso a Sarajevo il 3 ottobre 1993 durante una missione di pace, si è svolta oggi una cerimonia di commemorazione sul ponte Vrbanja, nel centro di Sarajevo, davanti alla targa che lo ricorda e poco distante dalla via a lui intitolata. Locatelli, che faceva parte del gruppo 'Beati i costruttori di pace', fu ucciso mentre con altri quattro volontari e portando una bandiera della pace e un pane simbolo di riconciliazione, cercava di attraversare il ponte che all'epoca divideva le forze governative da quelle serbe che assediavano la città.

"Questo ponte - ha detto l'ambasciatore d'Italia Nicola Minasi che ha deposto una corona di fiori - è diventato un simbolo tragico della guerra (1992-95) perché qui sono cadute le prime vittime, Olga Sucic e Suada Dilberovic, il 5 aprile del '92". E' importante, ha detto ancora Minasi, "che noi ricordiamo anche altre vittime, e così pure tutti coloro che sono sopravvissuti e che sono impegnati in una ricostruzione necessaria a superare quello che è accaduto".

Locatelli è stato ricordato anche da diversi rappresentanti della società civile, bosniaci e italiani, e da un gruppo di circa ottanta attivisti della Cisl Emilia Romagna e della Iscos, la ong promossa dal sindacato, arrivati oggi a Sarajevo da dove partiranno per un 'viaggio della memoria' che li porterà a Visegrad e a Srebrenica. "Abbiamo voluto commemorare - ha detto il segretario regionale della Cisl Giorgio Graziani - la storia di un volontario che abbiamo vissuto nella rappresentazione al nostro congresso in primavera, una storia che ci ha colpito e che abbiamo fatta nostra, per poterla rivivere in questo luogo così importante: questa è una terra che ha bisogno di essere ricordata, sostenuta, e nello stesso tempo, nella reciprocità, ci aiuta a sostenere la democrazia". (ANSAmed)
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