(ANSAmed) - BRUXELLES, 21 DIC - Dopo 24 anni di attività, ha
chiuso oggi con una cerimonia commemorativa il Tribunale penale
internazionale per l'ex-Jugoslavia. L'organo giudiziario
dell'Onu è stato formalmente dissolto per aver ormai perseguito
tutti i responsabili legati ai crimini commessi alla fine del
blocco dal 1991.
Sono stati 161 gli accusati, 90 i condannati, 19 gli assolti,
13 i rinviati ai tribunali locali e 37 i procedimenti ritirati,
per 10.800 giorni di processo, 4.650 testimoni ascoltati, 2,5
milioni di pagine di trascrizioni. A passare sotto l'esame dei
giudici del Tpi anche Radovan Karadzic e Ratko Mladic, due dei
principali 'architetti' delle atrocità commesse in Bosnia
Erzegovina tra cui il massacro di Srebrenica, e condannati
all'ergastolo. L'attività del Tribunale si è conclusa nel modo
più inaspettato: il suicidio in diretta, con una fiala di
veleno, del generale croato Slobodan Praljak una volta ascoltata
la sentenza di condanna.
"Nel 1993 penso nessuno credesse che saremmo stati in grado
di portare giustizia a tutti, ma abbiamo provato esattamente il
contrario", ha detto il presidente del Tpi Carmel Agius. Per
questo, ha sottolineato recentemente anche il sottosegretario
agli affari legali e consigliere legale dell'Onu Miguel de Serpa
Soares, il Tpi "è stata la fondazione dell'esistente regime di
giustizia penale internazionale", e quindi "può essere
considerato come la genesi della cultura globale della
responsabilità".