"Stiamo lavorando intensamente per allestire al meglio la caserma di Blazuj, che presto sarà pronta. Entro la fine della prossima settimana il campo di Vucjak sarà chiuso", ha detto Mektic. Il ministro ha aggiunto che esiste un piano anche per il trasferimento fuori dal Cantone Unsko-Sanski dei migranti attualmente ospitati nei centri di accoglienza di Miral (presso Velika Kladusa) e Bira (vicino a Bihac), che si trovano nel nordovest della Bosnia-Erzegovina a ridosso della frontiera con la Croazia, Paese nel quale i migranti desiderano entrare per proseguire il viaggio verso l'Europa occidentale. Mektic ha parlato di un progetto per la realizzazione di un grande centro di transito fuori dai centri urbani. I servizi municipali locali, ha affermato, dopo il trasferimento dei migranti, elimineranno le tendopoli improvvisate, pulendo e bonificando il territorio, per fare in modo che i profughi non vi facciano più ritorno. Mektic ha precisato che i migranti verranno trasferiti anche contro la loro volontà, dal momento - ha detto - che risiedono in Bosnia-Erzegovina illegalmente, e non possono decidere loro il posto dove stare né stabilire loro la gestione dei flussi migratori in Bosnia-Erzegovina.
L'arrivo dell'inverno, con neve e freddo intenso, ha ulteriormente peggiorato le condizioni nei campi improvvisati in Bosnia, in particolare a Vucjak, divenuto un autentico inferno.
Da alcuni giorni gli oltre 600 migranti in tale campo rifiutano cibo e acqua offerti dalla Croce Rossa chiedendo di poter passare nella vicina Croazia. La notte la temperatura scende abbondantemente sotto lo zero, con la gran parte dei profughi privi di scarpe e abbigliamento adeguati. Nei giorni scorsi a Vucjak era stata Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, di origini bosniache, che era rimasta sconvolta nel constatare le condizioni disumane in cui vivono i migranti in quel campo, del quale da tempo chiede la chiusura. "Non ho mai visto nulla del genere in tutta la mia carriera - aveva detto - mi vergogno come bosniaca-erzegovese".
(ANSAmed).