SARAJEVO - In Bosnia-Erzegovina è previsto per metà giornata, secondo i media locali, l'inizio delle operazioni di trasferimento dei migranti dal campo di Vucjak, nel nordovest del Paese a ridosso della frontiera con la Croazia, del quale le autorità - anche sotto la pressione della comunità internazionale - hanno annunciato la chiusura a causa delle condizioni di vita divenute insostenibili. I circa 600 profughi - molti dei quali sono restii a lasciare il campo - saranno sistemati in centri di accoglienza intorno a Sarajevo e in altre zone del Paese. L'obiettivo è trasferirli in una ex caserma a Blazuj, presso Sarajevo, che è in via di ristrutturazione. A più riprese Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, ha chiesto la chiusura del campo di Vucjak, privo delle più elementari condizioni igienico-sanitarie, senza acqua e senza elettricità, divenuto un autentico inferno con l'arrivo della neve e del freddo. In tanti tuttavia non intendono lasciare Vucjak, per non allontanarsi dalla frontiera con la Croazia, Paese Ue dove intendono passare per proseguire il loro viaggio verso l'Europa occidentale. In previsione di possibili azioni di resistenza da parte dei migranti, sono stati mobilitati ingenti reparti di polizia.