(di Furio Morroni) (ANSAmed) - NICOSIA, 2 LUG - Ieri, primo
luglio, la Repubblica di Cipro ha assunto la presidenza di turno
dell'Unione europea, ma l'isola nel Mediterraneo orientale,
ancora divisa in una parte greca a Sud e una turca a Nord, è in
piena tempesta economica. "Ciò che è importante per Cipro non è
tanto dimostrare che può gestire un tale evento, ma dimostrare
che può farlo così come ogni altro membro dell'Unione", ha detto
Costas Yennaris, portavoce della presidenza cipriota, secondo il
quale Cipro "vuole essere un arbitro imparziale". Ma l'arrivo di
Cipro alla presidenza Ue coincide, purtroppo per Nicosia, con il
momento peggiore della crisi economica arrivata anche su
quest'isola. La Repubblica di Cipro, infatti, é diventata da
lunedì scorso il quinto Paese dell'Eurozona a richiedere gli
aiuti del fondo salva-Stati europeo. La richiesta di aiuto da
parte di Cipro è arrivata a causa dell'ampia esposizione delle
banche cipriote verso l'economia della Grecia. Membro
dell'Unione europea dal maggio 2004 e dell'Eurozona dal gennaio
2008, Cipro - che conta poco più di 800.000 abitanti - è lo
Stato più orientale dell'Unione e le sue coste si trovano a 200
chilometri da quelle della Siria e del Libano. L'isola venne
divisa dopo l'invasione militare della sua area settentrionale
da parte della Turchia nell'estate del 1974 in seguito ad un
fallito colpo di stato di nazionalisti greco-ciprioti che
volevano l'annessione dell'isola alla Grecia (la cosiddetta
"enosis"). Quasi 40 anni dopo, una "linea verde", monitorata
dalle Nazioni Unite, ancora separa la comunità greco-cipriota a
Sud da quella turco-cipriota a Nord anche se oggi gli abitanti
possono attraversarla in entrambi i sensi. Solo il governo di
Ankara riconosce la Repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn)
proclamata nel novembre 1983 nella parte occupata. Da canto suo,
la Repubblica di Cipro è l'unico Paese riconosciuto a livello
internazionale. I negoziati diretti (sotto l'egida dell'Onu) per
giungere a una riunificazione dell'isola sono da mesi ad un
punto morto anche se una delle precondizioni per l'adesione
all'Ue era quella di essere riunita. Ankara, dal canto suo,
settimane fa ha annunciato che rifiuterà qualsiasi contatto con
la presidenza della Ue fintanto che l'incarico sarà ricoperto da
Cipro ed ha persino minacciato, per sbloccare i negoziati in
stallo, un 'Piano B' dopo il primo luglio. 'Piano B' che
minaccia poco velatamente una vera e propria annessione. Secondo
vari osservatori, c'é il rischio che la questione della
divisione di Cipro o la messa in atto di un 'Piano B' da parte
di Ankara possa destabilizzare la presidenza cipriota, ma il
governo di Nicosia vuole dimostrare che Cipro è a tutti gli
effetti un membro dell'Unione europea. Da parte sua, il
presidente Demetris Christofias (l'unico leader comunista
dell'Ue) ha detto a chiare lettere di non avere alcuna
intenzione di utilizzare la presidenza dell'Ue per porre sul
tavolo la cosiddetta "questione cipriota" (ovvero la divisione
dell'isola) né di volerla usare come arma contro la Turchia.
L'opinione più diffusa tra gli osservatori è che i
greco-ciprioti vogliano più che altro cambiare la loro immagine
ed il modo in cui vengono percepiti ed essere dei "buoni
europei". Del resto, essendo il loro un piccolo Paese, non hanno
troppi interessi propri da difendere nell'ambito dei grandi
dibattiti europei. (ANSAmed).