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Cipro: al verde guida Ue, parte presidenza 'salvata'

Minacciata da bancarotta e da turchia che non vuole rapporti

02 luglio, 09:26

(di Furio Morroni) (ANSAmed) - NICOSIA, 2 LUG - Ieri, primo luglio, la Repubblica di Cipro ha assunto la presidenza di turno dell'Unione europea, ma l'isola nel Mediterraneo orientale, ancora divisa in una parte greca a Sud e una turca a Nord, è in piena tempesta economica. "Ciò che è importante per Cipro non è tanto dimostrare che può gestire un tale evento, ma dimostrare che può farlo così come ogni altro membro dell'Unione", ha detto Costas Yennaris, portavoce della presidenza cipriota, secondo il quale Cipro "vuole essere un arbitro imparziale". Ma l'arrivo di Cipro alla presidenza Ue coincide, purtroppo per Nicosia, con il momento peggiore della crisi economica arrivata anche su quest'isola. La Repubblica di Cipro, infatti, é diventata da lunedì scorso il quinto Paese dell'Eurozona a richiedere gli aiuti del fondo salva-Stati europeo. La richiesta di aiuto da parte di Cipro è arrivata a causa dell'ampia esposizione delle banche cipriote verso l'economia della Grecia. Membro dell'Unione europea dal maggio 2004 e dell'Eurozona dal gennaio 2008, Cipro - che conta poco più di 800.000 abitanti - è lo Stato più orientale dell'Unione e le sue coste si trovano a 200 chilometri da quelle della Siria e del Libano. L'isola venne divisa dopo l'invasione militare della sua area settentrionale da parte della Turchia nell'estate del 1974 in seguito ad un fallito colpo di stato di nazionalisti greco-ciprioti che volevano l'annessione dell'isola alla Grecia (la cosiddetta "enosis"). Quasi 40 anni dopo, una "linea verde", monitorata dalle Nazioni Unite, ancora separa la comunità greco-cipriota a Sud da quella turco-cipriota a Nord anche se oggi gli abitanti possono attraversarla in entrambi i sensi. Solo il governo di Ankara riconosce la Repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn) proclamata nel novembre 1983 nella parte occupata. Da canto suo, la Repubblica di Cipro è l'unico Paese riconosciuto a livello internazionale. I negoziati diretti (sotto l'egida dell'Onu) per giungere a una riunificazione dell'isola sono da mesi ad un punto morto anche se una delle precondizioni per l'adesione all'Ue era quella di essere riunita. Ankara, dal canto suo, settimane fa ha annunciato che rifiuterà qualsiasi contatto con la presidenza della Ue fintanto che l'incarico sarà ricoperto da Cipro ed ha persino minacciato, per sbloccare i negoziati in stallo, un 'Piano B' dopo il primo luglio. 'Piano B' che minaccia poco velatamente una vera e propria annessione. Secondo vari osservatori, c'é il rischio che la questione della divisione di Cipro o la messa in atto di un 'Piano B' da parte di Ankara possa destabilizzare la presidenza cipriota, ma il governo di Nicosia vuole dimostrare che Cipro è a tutti gli effetti un membro dell'Unione europea. Da parte sua, il presidente Demetris Christofias (l'unico leader comunista dell'Ue) ha detto a chiare lettere di non avere alcuna intenzione di utilizzare la presidenza dell'Ue per porre sul tavolo la cosiddetta "questione cipriota" (ovvero la divisione dell'isola) né di volerla usare come arma contro la Turchia.

L'opinione più diffusa tra gli osservatori è che i greco-ciprioti vogliano più che altro cambiare la loro immagine ed il modo in cui vengono percepiti ed essere dei "buoni europei". Del resto, essendo il loro un piccolo Paese, non hanno troppi interessi propri da difendere nell'ambito dei grandi dibattiti europei. (ANSAmed).

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