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Cipro: Tasoula, la coraggiosa cacciatrice di tesori rubati

Da anni recupera opere trafugate dalla parte nord dell'isola

11 luglio, 10:35

(ANSAmed) - NICOSIA, 10 LUG - E' una bella e giovane signora dai capelli e gli occhi scuri e dai classici caratteri mediterranei, si chiama Tasoula Hadjitofi e a vederla non si direbbe che - grazie alla sua perseveranza e al suo coraggio, che più di una volta le hanno procurato le minacce di pericolosi trafficanti di antichità rubate - sta riuscendo a riportare a Cipro icone e altri reperti antichi trafugati nella parte Nord dell'isola sotto occupazione militare turca da 40 anni.

Greco-cipriota nata a Famagosta ma sin da giovanissima residente in Olanda, Tasoula cominciò ad interessarsi al recupero di opere d'arte e tesori religiosi trafugati da quando divenne console onorario del suo Paese in Olanda, dove era emigrata con la famiglia scampata all'invasione turca dell'estate 1974. Da allora, e ricoprendo sino al 1997 anche l'incarico di rappresentante della Chiesa greco-ortodossa cipriota, Hadjitofi è riuscita a recuperare numerose antiche opere d'arte tra cui icone, mosaici e affreschi oggi esposti nel Museo bizantino di Nicosia.

Intervistata dalla Cyprus News Agency a quasi un anno dal recupero di 173 reperti trovati a Monaco di Baviera in possesso del trafficante turco Aydin Dikmen e riconsegnati a Cipro, Hadjitofi ha confessato che il suo coinvolgimento nella ricerca dei tesori trafugati dai turchi sull'isola è stato per lei una sorta di processo di apprendimento. "La cultura è l'azione più politica che esista. Ecco perché in guerra la prima cosa che si fa è cancellare le tracce (culturali) del più debole. Ho cominciato a interessarmi presto di Cipro, ma è dal 2004 che utilizzo questo mio interesse per apprendere ed uso la mia esperienza per aiutare altri Paesi", ha spiegato.

Dopo una vita e una carriera di successo a L'Aia, adesso Tasoula ha fondato e guida un'organizzazione non-profit denominata 'Walk of Truth' (La via della verità). "La mia rete è composta da professionisti specializzati. Collaboro con l'Interpol, l'Europol e la polizia olandese, greca e cipriota.

Gli avvocati con cui lavoro sono anche esperti in materia di beni culturali trafugati", ha detto. Nella ricerca delle opere d'arte trafugate decenni fa dal suo Paese, Tasoula ha trovato la propria "via della verità". "Sentivo - racconta - che poiché non potevo tornare a casa mia, nel mio Paese, ho voluto dare alla gente un motivo per tornare a sorridere rivendicando il nostro patrimonio culturale. Quello era il mio cammino di verità, di capire chi ero. E mi sono detta che forse era proprio quello che dovevo fare, creare una sorta di piattaforma cui applicare le lezioni che avevo imparato ed applicarle in altri Paesi con problemi analoghi a Cipro".

Tra i suoi progetti per il futuro, c'è quello di ritrovare e rimpatriare il mosaico a medaglione raffigurante l'apostolo Andrea rubato dalla chiesa della Madonna di Kanakaria. Ma i suoi piani non sono sicuramente limitati a Cipro. "L'anno scorso a settembre ho avuto la possibilità di organizzare una conferenza presso la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia durante la quale abbiamo analizzato le reti del traffico illecito di arte.

Vi hanno partecipato oltre un centinaio di personalità fra esperti, ambasciatori e funzionari dell'UE. Ci siamo concentrati sui casi avvenuti a Cipro, a Monaco di Baviera ma anche in Afghanistan. Alla fine abbiamo prodotto un modello globale per le antichità trafugate che potrebbe essere utilizzato da ciascun Paese di fronte a un problema del genere", ha detto Hadjitofi. Tra i casi di cui Tasoula vorrebbe occuparsi c'è anche quello dei famosi Marmi del Partenone conservati al British Museum di Londra. "Moralmente, emotivamente e storicamente appartengono alla Grecia", afferma. "I Marmi devono essere restituiti al Partenone perché sono parte integrante di esso. La domanda è: 'come richiedere il loro ritorno?'. Ma sono sicura che torneranno in Grecia, è solo una questione di tempo". (ANSAmed).

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