L'accordo tra i greco ciprioti e la componente turca, inoltre "renderebbe più facile la cooperazione regionale in campo energetico, in un'area dalla grandi potenzialità", ha aggiunto Gentiloni, ricordando le "tante scoperte dall'Eni e di altre compagnie straniere nei Paesi vicini". Una minore tensione, ha rilevato, sarebbe "fondamentale per lanciare il gas naturale come prospettiva di cooperazione nel Mediterraneo orientale".
Il titolare della Farnesina ha riferito di essere stato informato dalle autorità cipriote "sull'evoluzione nei negoziati" con la componente turca dell'isola. "Ci sono ancora questioni complicate da risolvere, ma l'Italia sostiene l'impegno del presidente e del governo cipriota a trovare un accordo" con la parte turca, e allo stesso tempo c'è "fiducia che anche la "Turchia avrà un ruolo costruttivo". Il ministro Gentiloni ha avuto colloqui anche con il leader della comunità turco-cipriota Mustafa Akinci e con l'inviata Onu Elizabeth Spehar.
Il negoziato per la soluzione della questione cipriota è andato molto avanti negli ultimi tempi ed entrambe le parti appaiono desiderose di chiudere. Gli ultimi scogli riguardano soprattutto la stesura di confini ben definiti del nuovo stato federale e la gestione della sicurezza, perché attualmente sulla zona turca c'è un massiccio dispiegamento di militari di Ankara, circa 40mila, che non è ben visto dal governo di Nicosia.
L'obiettivo è inoltre di ratificare un accordo in un quadro multilaterale, al di là degli attori principali in campo, Grecia, Turchia e Gran Bretagna. In quest'ottica, l'incontro di giovedì tra il presidente cipriota ed il leader della comunità turca dovrebbe portare ad una dichiarazione congiunta, che verrà discussa a New York con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, nell'ambito dell'assemblea generale. (ANSAmed).