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Mostre, a Napoli la 'memoria interdetta' nel nord di Cipro

Racconto della distruzione patrimonio culturale dopo occupazione

30 ottobre, 10:19

(ANSAmed) - Napoli, 30 ott - "Senza memoria non esiste civiltà. Nell'autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord si vuole uccidere la memoria, uccidere la storia con l'uso della violenza. Ma il motto principale dei ciprioti che si schierano contro quel crimine è 'Non dimentico'. E questo è il dovere delle persone civili contro chi nega la libertà". Ha sottolineato così l'importanza della memoria l'ambasciatore cipriota in Italia Tasos Tzionis, inaugurando a Napoli la mostra documentaria ""Cipro - Memoria interdetta", allestita dalla Comunità Ellenica locale, che racconta la distruzione del patrimonio culturale dell'isola di Cipro seguita all'occupazione turca del 1974. L'esposizione, che resterà allestita fino al 14 novembre nel Complesso Monumentale di San Severo al Pendino racconta al visitatore il processo di dissoluzione dell'identità cipriota, spiegano gli organizzatori, che fu sistematico: almeno 55 chiese furono convertite in moschee, altre 50 diventarono negozi, musei, ostelli mentre molte chiese e monasteri furono demoliti. I cimiteri di 25 villaggi furono rasi al suolo. Icone, pale d'altare e tesori archeologici furono trafugati e venduti all'estero, alimentando il mercato illegale di opere d'arte. La mostra intende - attraverso un percorso che ricorda il muro che a Nicosia ancora divide la Repubblica di Cipro dalla autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord - mostrare questo patrimonio e indagare, con gli interventi di accademici, i metodi che hanno consentito finora di recuperare e restaurare le opere d'arte derubate, che compongono la memoria storica di Cipro. L'inaugurazione è coincisa con un convegno a cui ha partecipato, oltre all'ambasciatore Tzionis, anche il presidente della Società di Studi Ciprioti Charalampos Chotzakoglous, che ha poi sottolineato gli sforzi del suo ente, in collaborazione con le istituzioni cipriote e l'Interpol, per rimpatriare le opere d'arte trafugate e vendute in tutto il mondo, ricordando l'obiettivo finale: "Noi ci auguriamo la riunificazione", ha detto. Il direttore del Museo Bizantino di Nicosia, Ioannis Eliades, ha invece evidenziato un forte punto di contatto nel legame millenario tra cultura ellenica e Napoli: nel Museo Nazionale partenopeo si trovano alcune opere rimpatriate, il cui ritorno è stato possibile anche grazie alle battaglie dei ciprioti per ottenere "i tasselli di un mosaico che è la nostra memoria, che è stata interdetta dopo l'occupazione turca", ha detto. Eliades ha voluto lanciare un messaggio di speranza: "A Cipro il popolo festeggia ogni piccola icona, ogni opera d'arte che torna in patria. Stiamo recuperando la memoria". (ANSAmed).

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