Nei tredici punti del documento (in tutto tre pagine), si evidenzia anche la necessità di "ridurre la responsabilità stabile" dello Stato membro di primo ingresso del migrante ad un massimo di due anni, rispetto ai dieci previsti dall'attuale proposta della presidenza bulgara di turno del Consiglio Ue.
"Le misure di solidarietà dovrebbero avere un impatto positivo immediato", scrivono i cinque Paesi, contestando che "alcune delle misure previste - come i reinsediamenti e il contributo di 30mila euro al posto dei ricollocamenti dei richiedenti asilo - non sarebbero utili ad alleviare, nell'immediato, il peso per il Paese di primo ingresso".
Italia, Cipro, Malta, Grecia e Spagna vorrebbero inoltre che si estendesse a più nazionalità la platea dei rifugiati che possono essere destinati ai ricollocamenti.
E perplessità vengono espresse sull'impianto del meccanismo di ricollocamento della proposta bulgara. Mentre i cinque Paesi spingono per un sistema automatico e obbligatorio, la bozza di revisione prevede la possibilità che la Commissione europea proponga al Consiglio di attivare il meccanismo di solidarietà a fronte di un flusso superiore del 160% rispetto all'anno precedente. Ma il sistema diventerebbe obbligatorio solo con uno scenario superiore al 180%, sempre che la maggioranza dei partner Ue non voti contro. (ANSAmed).