(ANSAmed) - NAPOLI, 19 GIU - ''Non siamo nell'89. Allora
c'era una direzione chiara di tutti i paesi che andavano verso
una spedita democratizzazione. Nel caso della Primavera araba la
situazione e' diversa da paese a paese''. Cosi' Maurizio
Massari, inviato speciale del Ministero degli Esteri per i paesi
dell'area Mena, descrive la situazione dei paesi della riva sud
del Mediterraneo a Napoli, nel corso del convegno organizzato
dalla Fondazione Mezzogiorno Europa sul tema ''A un anno dalla
Primavera araba: l'Italia e i paesi Mediterranei della sponda
sud''.
''Il successo della transizione di un Paese - ha aggiunto
Massari - dipende dalla capacita' di quel paese di soddisfare le
legittime aspirazioni delle popolazioni e non gli interessi di
una elite e men che meno dei paesi occidentali''. E proprio la
transizione e' stata al centro dell'incontro a cui hanno portato
il loro contributo relatori da Egitto, Algeria, Tunisia, oltre
all'ambasciatore del Marocco in Italia Hassan Abouyoub: ''La
transizione democratica - ha detto quest'ultimo - in Stati
nazione molto fragili e' un processo estremamente complesso,
siamo solo alla fase preliminare''.
E proprio in questa fragilita' deve farsi sentire la presenza
dell'Occidente. Lo afferma Umberto Ranieri, parlamentare del Pd
e presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa: ''Avviare la
democratizzazione di un paese non e' cosa facile e un anno certo
non basta. Pensiamo alle difficolta' dell'Egitto, dove il primo
presidente islamico è stato democraticamente eletto, anche se
non tutti sono convinti che il voto si sia svolto regolarmente,
ma il Parlamento e' stato sciolto. Usa e Europa non devono far
sentire l'Egitto solo in questa fase, non devono commettere
l'errore di ritenere che il cambiamento non sia possibile o che,
in fondo, la situazione fosse migliore in precedenza''.
Il ruolo dell'Occidente, in questa fase, deve essere anche
quello di contribuire a formare la nuova classe dirigente dei
paesi della Primavera Araba. E per questo la giornata
napoletana, organizzata dalla Fondazione insieme al Minitero
degli Affari Esteri e all'Universita' Federico II di Napoli,
prevede anche una prima riflessione sul tema ''Espandere il
processo della partecipazione consapevole: movimenti politici,
formazione della classe dirigente, mobilita' e inclusione
sociale'', a cui hanno partecipato anche esponenti politici dei
partiti italiani, tra cui Annamaria Parente, responsabile
formazione politica del Partito Democratico, e Nicola
Formichella, vice responsabile nazionale della Formazione del
Pdl. E proprio da Napoli e' stata lanciata l'idea di scambi,
coinvolgendo le universita', di studenti dei paesi della sponda
Sud del Mediterraneo, interessati a fare un percorso di
formazione politica in Italia. ''Vogliamo irrobustire tutte le
possibiolita' di collaborazione - ha spiegato Ranieri - nel
campo della formazione, degli studi, della ricerca, tra l'Italia
e realta' giovanili, universitarie, scuole, operanti nei paesi
della riva sud del Mediterraneo''.
Alla giornata e' stata abbinata anche una mostra dal titolo
''Cultura e formazione nel Mediterraneo - Radici e sviluppo
dell'impegno italiano'', allestita nella Chiesa dei santi
Marcellino e Festo, sede del convegno, dal Ministero degli
Affari Esteri, dalla Societa' Geografica Italiana con la
collaborazione di Istituto Luce e Rai Direzione Teche. La
mostra, che riporta documenti, filmati e fotografie dell'impegno
italiano in Maghreb su missioni archeologiche, cooperazione
culturale e grandi eventi di cultura, si spostera' poi a Roma.
(ANSAmed).