(ANSAmed) - ZAGABRIA, 15 DIC - Il ministro della Difesa della
Croazia, Paese membro della Nato dal 2009, è stato dieci giorni
fa nel Kurdisatn iracheno, in una visita non annunciata ai
media, per esplorare le possibili modalità di aiuti alla lotta
contro l'Isis e per confermare la volontà della Croazia a
sostenere i combattenti peshmerga curdi con addestramenti e
forniture di materiale bellico. Lo scrive oggi il Jutarnji list
di Zagabria, al quale il ministro Ante Kotromanovic ha
confermato questo suo viaggio in Iraq.
In questo momento, afferma il ministro, la Croazia non ha piani su un suo eventuale coinvolgimento militare con l'invio di soldati croati. Inoltre, Zagabria sta considerando di aprire anche una sua rappresentanza diplomatica a Erbil, capitale del Kurdistan autonomo. Non è escluso che l'addestramento dei peshmerga possa tenersi anche in Croazia, ma questa opzione sembra essere ancora lontana. È molto più probabile che per ora il Paese invii materiale sanitario e uniformi, ma anche bellico. La Croazia fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis. Finora Zagabria ha attivamente aiutato le forze dei peshmerga con donazioni di fucili e munizioni e accogliendo nei suoi porti una nave petroliera con un carico estratto nel Kurdistan iracheno, nonostante le dispute tra l'autonomia Curda e il governo centrale di Baghdad sulla legalità di questo modo di esportazione del petrolio. (ANSAmed).
In questo momento, afferma il ministro, la Croazia non ha piani su un suo eventuale coinvolgimento militare con l'invio di soldati croati. Inoltre, Zagabria sta considerando di aprire anche una sua rappresentanza diplomatica a Erbil, capitale del Kurdistan autonomo. Non è escluso che l'addestramento dei peshmerga possa tenersi anche in Croazia, ma questa opzione sembra essere ancora lontana. È molto più probabile che per ora il Paese invii materiale sanitario e uniformi, ma anche bellico. La Croazia fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis. Finora Zagabria ha attivamente aiutato le forze dei peshmerga con donazioni di fucili e munizioni e accogliendo nei suoi porti una nave petroliera con un carico estratto nel Kurdistan iracheno, nonostante le dispute tra l'autonomia Curda e il governo centrale di Baghdad sulla legalità di questo modo di esportazione del petrolio. (ANSAmed).
