Josipovic è infatti dato favorito con il 42 per cento delle preferenze, ma al ballottaggio la partita potrebbe diventare più incerta. Il presidente uscente punta sull'appoggio di una decina di partiti di centro-sinistra, con al primo posto i socialdemocratici del primo ministro Zoran Milanovic. Tra le sue proposte con le quali chiede ai croati altri cinque anni nella carica presidenziale, spicca un programma di riforme dell'assetto costituzionale come presupposto delle riforme economiche e strutturali. Secondo Josipovic una delle ragioni per le quali la Croazia stenta a uscire dalla crisi economica è anche l'organizzazione dello Stato che a molti governi in passato ha impedito di fare riforme ampie e veloci.
La sua principale sfidante, Grabar-Kitarovic, che gode dell'appoggio di sette partiti di centro-destra, guidati dalla Unione democratica croata (Hdz), si attesta nei sondaggi intorno al 30 per cento, con una lenta ma continua tendenza in salita.
La diplomatica croata, che attualmente ricopre la carica di segretario aggiunto della Nato per la diplomazia, promette uno stile presidenziale molto più critico nei confronti delle politiche economiche del governo. I 3,8 milioni di aventi diritto in Croazia potranno scegliere anche tra altri due candidati: Milan Kujundzic, esponente della destra nazionalista e populista, e Ivan Vilibor Sincic, venticinquenne attivista di un'associazione che si batte contro gli sfratti dalle prime case e "contro i poteri forti della banche". Entrambi sono attestati intorno al dieci per cento ciascuno. (ANSAmed).