Ieri sera nel quartier generale di Josipovic, composto da una forte compagine di ministri e funzionari socialdemocratici e liberali, non si riusciva a celare una lieve delusione rispetto alle attese della vigilia che promettevano un risultato molto più convincente e vicino alla maggioranza assoluta. A giocare contro Josipovic è stata la sua vicinanza all'impopolarissimo governo di centro-sinistra che in tre anni al potere non è riuscito a rilanciare l'economia croata che sta per entrare nel settimo anno consecutivo di recessione economica, con un debito pubblico all'80 per cento del Pil e la disoccupazione al 20 per cento. Gli analisti indicano che al presidente in carica è mancata la forza e la determinazione di criticare il governo e di prendere posizioni più chiare e più decisive negli scorsi cinque anni.
Il candidato dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori) e di altri sette partiti minori di centro-destra, la diplomatica Kolinda Grabar Kitarovic, 47 anni, ex ministro degli Esteri e ora segretario della Nato aggiunto per la diplomazia pubblica, ha raggiunto un ottimo 37,2 per cento che le vale una solida partenza per il ballottaggio dell'11 gennaio.
Il suo partito, scosso negli ultimi anni da una serie di scandali di corruzione culminati con due sentenze di colpevolezza per l'ex premier Ivo Sanader, che dieci anni fa le aprì le porte dell'alta politica, si può considerare di nuovo in gioco grazie a questo convincente risultato. Grabar Kitarovic ha promesso uno stile presidenziale molto più critico verso il governo e di essere la voce della Croazia conservatrice. A lei dovrebbero andare i voti dell'ultimo arrivato, Milan Kujundzic, rappresentante di una destra nazionalista e populista ormai superata dai tempi, che ha ottenuto il 6,2 per cento. Moltissimi, quasi la metà dell'elettorato sono rimasti a casa, mostrando in questo modo la loro disaffezione verso la classe politica al potere. Molti altri invece hanno preferito dare il loro voto, anche di protesta, al fino a un mese fa completamente sconosciuto e inesperto Ivan Vilibor Sincic, che ha ottenuto il 16,5 per cento. Il venticinquenne attivista di un gruppo radicale populista che si batte contro i poteri forti delle banche, contro la vecchia classe politica, mettendo in primo piano la difesa delle persone sfrattate dalle loro prime case e delle piccole aziende soffocate dalla stretta creditizia, ha attirato molti elettori stanchi delle promesse non realizzate. Gli esperti prevedono però che al ballottaggio tra due settimane la maggior parte dei voti di Sincic dovrebbero tragittare verso Josipovic che comunque rappresenta la parte liberale e moderata di sinistra del Paese.(ANSAmed).