Dopo che i risultati del primo turno, tenutosi il 28 dicembre, hanno capovolto le previsioni dei sondaggi che davano scontata una vittoria di Josipovic, nelle ultime due settimane la sfida si è fatta più accesa che mai, ed entrambi i campi stanno lottando per ogni elettore, ma ancor di più contro l'astensionismo, che con un'affluenza di appena il 47 per cento ha contraddistinto il primo turno. Alla prima sfida Josipovic non è riuscito a superare il tetto del quaranta per cento, restando fermo a 38,4 per cento, mentre Grabar Kitarovic, a sorpresa, gli si è avvicinata a solo 1,2 punti di distanza, raggiungendo il 37,2 per cento, staccata di soli 22 mila voti. Cruciali per decidere l'esito delle presidenziali più incerte nella storia delle elezioni in Croazia, saranno i voti dei due candidati rimasti fuori dalla corsa finale. Milan Kujundzic, esponente della destra nazionalista, ha già indirizzato il suo contingente del 6 per cento degli elettori a votare per Grabar Kitarovic. Molto più decisivi saranno però i voti del venticinquenne Ivan Vilibor Sincic, esponente di un movimento radicale e anarcoide, cresciuto negli anni della crisi in opposizione ai poteri forti della banche, la vecchia classe politica, contro gli sfratti e i pignoramenti . Il suo movimento di protesta, denominato Muro umano, ha invitato i propri simpatizzanti, arrivati al 16 per cento al primo turno, ad astenersi o a votare scheda bianca. Josipovic in questi giorni ha tentato di motivare e convincere di andare a votare la parte del popolo di sinistra che al primo turno si era astenuta, ricordando il suo europeismo, l'impegno nella difesa dei diritti umani e l'alta stima di cui gode in campo internazionale. Gli pesa invece la vicinanza al governo di centro-sinistra, guidato da Zoran Milanovic, che nei tre anni al potere non è riuscito a far registrare un unico trimestre di crescita economica. Grabar Kitarovic punta proprio su questa impopolarità dell'esecutivo, promettendo uno stile presidenziale molto più critico verso il governo e più attivo in campo economico, sebbene nel settore il capo dello Stato croato non abbia poteri formali. (ANSAmed).
Croazia: presidenziali, per ballottaggio battaglia serrata
Esito incerto,scontro all'ultimo voto Josipovic-Grabar Kitarovic
Dopo che i risultati del primo turno, tenutosi il 28 dicembre, hanno capovolto le previsioni dei sondaggi che davano scontata una vittoria di Josipovic, nelle ultime due settimane la sfida si è fatta più accesa che mai, ed entrambi i campi stanno lottando per ogni elettore, ma ancor di più contro l'astensionismo, che con un'affluenza di appena il 47 per cento ha contraddistinto il primo turno. Alla prima sfida Josipovic non è riuscito a superare il tetto del quaranta per cento, restando fermo a 38,4 per cento, mentre Grabar Kitarovic, a sorpresa, gli si è avvicinata a solo 1,2 punti di distanza, raggiungendo il 37,2 per cento, staccata di soli 22 mila voti. Cruciali per decidere l'esito delle presidenziali più incerte nella storia delle elezioni in Croazia, saranno i voti dei due candidati rimasti fuori dalla corsa finale. Milan Kujundzic, esponente della destra nazionalista, ha già indirizzato il suo contingente del 6 per cento degli elettori a votare per Grabar Kitarovic. Molto più decisivi saranno però i voti del venticinquenne Ivan Vilibor Sincic, esponente di un movimento radicale e anarcoide, cresciuto negli anni della crisi in opposizione ai poteri forti della banche, la vecchia classe politica, contro gli sfratti e i pignoramenti . Il suo movimento di protesta, denominato Muro umano, ha invitato i propri simpatizzanti, arrivati al 16 per cento al primo turno, ad astenersi o a votare scheda bianca. Josipovic in questi giorni ha tentato di motivare e convincere di andare a votare la parte del popolo di sinistra che al primo turno si era astenuta, ricordando il suo europeismo, l'impegno nella difesa dei diritti umani e l'alta stima di cui gode in campo internazionale. Gli pesa invece la vicinanza al governo di centro-sinistra, guidato da Zoran Milanovic, che nei tre anni al potere non è riuscito a far registrare un unico trimestre di crescita economica. Grabar Kitarovic punta proprio su questa impopolarità dell'esecutivo, promettendo uno stile presidenziale molto più critico verso il governo e più attivo in campo economico, sebbene nel settore il capo dello Stato croato non abbia poteri formali. (ANSAmed).