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Croazia: un museo celebra i rapporti finiti

Curatrice Olinka Vistica: 'Dolore degli altri ci consola'

24 marzo, 12:48

(di Virginia Di Marco)(ANSAmed) ROMA, 24 MAR - Quando una relazione finisce, c'è chi strappa le foto e butta via i regali; e chi, invece, custodisce gelosamente le vestigia dell'amore passato. La curatrice d'arte croata Olinka Vistica appartiene senz'altro alla seconda categoria. Ma lei è andata oltre. Ha deciso di fondare il Museum of Broken Relationship (il 'museo delle relazioni spezzate'), che ha visto la luce nel 2010, a Zagabria. In questi giorni, Vistica è venuta a Roma per raccontare la propria esperienza a TEDxRoma, evento locale ispirato ai celebri 'TED Talks' americani: conferenze in cui gli oratori si susseguono a ritmo serrato, con interventi brevi (massimo 18 minuti), in uno stile quasi informale, ma ad alto impatto. "Tutto è iniziato a partire da un'esperienza personale", ha raccontato Vistica ad ANSAmed. "Io e il mio partner dell'epoca c'eravamo lasciati e volevamo trovare il modo di superare il collasso emotivo in modo costruttivo. Abbiamo quindi pensato di fondare un museo che custodisse quelli che io definisco i 'ricordi emozionali' attraverso oggetti feticcio che hanno, per coloro che ce li inviano, un importante valore affettivo. Per me e il mio ex, l'oggetto simbolo era un pupazzetto a forma di coniglio: e visto che per essere sincero devi partire da te stesso, questa è stata la prima 'pietra' su cui abbiamo costruito inizialmente un'esposizione itinerante e poi un vero museo". Negli anni, la collezione si è arricchita con oggetti provenienti da tutto il mondo, inviati anonimamente e corredati dalla storia che rappresentano. C'è un maialino di gomma mandato da una ragazza ebrea per ricordare la fine del suo amore con un cristiano, avversato dalla famiglia. Un'ascia (arrivata da Berlino) con cui un uomo lasciato di punto in bianco ha fatto a pezzi i mobili della ex compagna, mentre lei era in viaggio con la nuova fiamma. Un nano da giardino ammaccato, un cellulare. "Sono oggetti della vita di tutti i giorni - ha spiegato la curatrice -, che parlano di cose che sono uguali in qualsiasi parte del mondo. Oltre agli amori falliti, abbiamo una sezione che riguarda i rapporti tra figli e genitori. Ci sono poi storie personali che raccontano vicende politiche e sociali: abbiamo per esempio testimonianze che vengono dalle Filippine, dove spesso c'è uno dei partner costretto a emigrare per mantenere la famiglia. O la musica inviata da un iraniano che ha dovuto lasciare il proprio Paese". "La maggior parte dei nostri visitatori si riconosce nelle storie che rappresentano e stabilisce una connessione immediata.

Poi, a seconda dell'umore di ciascuno, le reazioni sono diverse: solitamente sono piuttosto commossi. Credo anche che le persone trovino conforto nel lutto degli altri: si rendono conto che non siamo soli a soffrire". (ANSAmed)
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