Ieri notte, dopo che alle 22.00 è scattato il divieto di raduno davanti alla sede del governo, previsto dalla legge, le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno chiesto ai manifestanti di disperdersi, ultimatum che loro hanno rifiutato.
Tutti gli accessi alla piazzetta sono stati bloccati, mentre la situazione rischiava di degenerare in uno scontro tra la polizia e i veterani. Allora le autorità ecclesiastiche hanno aperto le porte della Chiesa di S. Marco, situato tra il governo e il parlamento, dato che il Concordato con il Vaticano vieta allo Stato croato interventi nei luoghi di culto, offrendo rifugio ai manifestanti. Una mossa vista come particolarmente controversa dato che pone la Chiesa cattolica croata in aperto confronto con le autorità politiche della Croazia. Uscendo stamane dalla chiesa, uno dei leader della protesta, Djuro Glogoski, ha detto ai giornalisti che "nessuno di noi ha intenzione di lasciare la chiesa perché temiamo per le nostre vite". "Ci possono potar via solo morti", ha concluso.
All'inizio della protesta, più di 200 giorni fa, il governo ha tentato di aprire un dialogo con questa frangia ultranazionalista, ma dopo che tutti i tentativi sono falliti, si è deciso di ignorarli e di accusare le opposizioni di manipolare i manifestanti.(ANSAmed).