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Elezioni in Croazia, in testa l'opposizione di destra

Ma primi risultati prospettano rischio ingovernabilità

09 novembre, 09:45

(di Franko Dota) (ANSAmed) - ZAGABRIA, 9 NOV - Lo spoglio delle elezioni politiche svoltesi domenica in Croazia sta vedendo l'opposizione di centrodestra in vantaggio sui socialdemocratici al governo, con uno scarto però insufficiente a formare un esecutivo monocolore che prospetta giorni, e forse settimane, di incertezza politica. In base al 40% delle schede scrutinate, il centrodestra guidato da Tomislav Karamarko conferma il vantaggio con 60 deputati, su di un totale di 151 che compongono il Parlamento di Zagabria. Il centrosinistra del premier uscente, Zoran Milanovic, è fermo a 54 deputati. Entrambi gli schieramenti sperano ancora di poter formare il futuro governo che dipenderà dall'appoggio di un terzo partito, Most (Il Ponte), formazione centrista formata pochi mesi fa da personalità influenti nelle loro comunità locali che chiedono riforme in tutti i settori della società, in particolare dell'economica. Il Ponte diventa la terza forza politica nel Paese con 19 deputati. L'affluenza è stata buona. Ha votato il 60,06 per cento dei 3,8 milioni degli aventi diritto.

Si sta delineando dunque una situazione di testa a testa con i socialdemocratici, o di vittoria di misura per l'Unione democratica croata (Hdz), un risultato deludente, molto al di sotto delle aspettative: solo pochi mesi fa in tutti i sondaggi il centrodestra era avanti di circa dieci punti percentuali rispetto al centrosinistra. Quando nel 2012 Karamarko prese le redini del partito, l'Hdz era uscito da una devastante sconfitta elettorale e una serie di scandali per corruzione per i quali l'ex premier Ivo Sanader è ancora sotto processo. Il nuovo leader è riuscito a ripulire l'immagine dell'Hdz, spostandolo verso destra e continuando a richiamarsi ai valori nazionalisti della guerra per l'indipendenza degli anni Novanta. Finché i risultati economici del governo erano negativi, questa tattica sembrava funzionare. Ma da quando negli ultimi sei-sette mesi i dati macroeconomici hanno iniziato a mostrare segnali di ripresa, il premier Milanovic si è lanciato in una campagna aggressiva e populista, che oggi si è materializzata in questa sostanziale parità su cui nessuno avrebbe scommesso dopo sei lunghi e difficili anni di recessione. Per il centrosinistra il risultato è comunque di molto inferiore rispetto alle elezioni di quattro anno fa quando ebbero 80 deputati in Parlamento.

A fronte del pareggio fra i due principali contendenti, come terza forza politica è spuntata, a sorpresa, una formazione fondata sei mesi fa in fretta e furia, da sindaci, intellettuali e personalità poco note, senza un programma politico chiaro che rifiuta di rispondere a domande sui valori etici o ideologici o di dire se sono più vicini alla destra o alla sinistra. Il partito Most (Il Ponte) e' accreditato di 19 deputati, cruciali per la futura maggioranza. Venerdì scorso però il suo leader, Boz Petrov, ha firmato dal notaio una dichiarazione nella quale si impegna a non coalizzarsi con nessuno dei due partiti principali. Si prospetta dunque un periodo di incertezza e instabilità politica, alla ricerca di una maggioranza in grado di governare.(ANSAmed).

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