Dopo l'annuncio di ieri del premier Miro Cerar, gli "ostacoli tecnici" cominciano a ergersi a Sotla pri Velikem Obrezu (comune di Brezice) e al valico di Grbina (comune di Razkrizje).
La decisione ha suscitato le critiche della Croazia, il cui governo ha fatto sapere che "saprà proteggere gli interessi nazionali". "La barriera di filo spinato è uno spreco di denaro e alla Slovenia sarebbe molto più utile allestire un centro di accoglienza e transito adatto alle condizioni invernali, simili a quello croato aperto dieci giorni fa a Slavonski Brod", ha affermato il ministro degli Interni croato, Ranko Ostojic.
Nella conferenza stampa di ieri, il premier sloveno aveva annunciato che gli "ostacoli tecnici" dovranno essere di aiuto per una migliore gestione dell'afflusso dei migranti poiché, in questo modo, saranno indirizzati solo su determinati punti di passaggio oltre il confine. Così, secondo Cerar, si previene il passaggio del confine in zone boschive o più impervie, dove non è possibile controllare l'afflusso. La decisione di apporre una barriera al confine croato è scaturita dall'emergenza annunciata per i prossimi giorni, con la previsione di un possibile afflusso in Slovenia di un'ondata di 20-30 mila migranti. "Voglio sottolineare che la Slovenia in questo modo non chiude i propri confini ma impedisce l'ingresso incontrollato dei migranti sul proprio territorio", ha affermato ieri Cerar annunciando la costruzione della barriera. I media in Croazia credono però che tra le ragioni di questa decisione ci sia anche il timore che a un certo punto l'Austria o la Germania possano limitare sensibilmente il numero dei migranti che sono disposte ad accogliere, o addirittura disporre la chiusura dei propri confini, e che la Slovenia vuole assicurarsi di essere in grado di fare lo stesso. Il governo di Zagabria ha in ogni caso sottolineato "che i cittadini croati possono stare tranquilli poiché il governo è pronto a reagire a ogni situazione".
(ANSAmed).