Oggi il ministro delle finanze, Zdravko Maric, che fino alla nomina è stato uno dei membri del Cda della più grande azienda croata, il gigante agroalimentare centroeuropeo Agrokor, ha annunciato, sorprendendo molti, che il governo di Zagabria mira già quest'anno a portare il deficit dei conti pubblici al tre per cento del Pil, come prevedono le regole europee. Ciò comporterà un taglio alle spese di 600 milioni di euro su di un bilancio di 14 miliardi di euro.
Maric non ha però spiegato dove intende trovare lo spazio per questi risparmi, in particolare considerando che già gli anni scorsi il precedente governo ha adottato tutta una serie di misure di austerità riducendo le spese in molti settori e fermando completamente le nuove assunzioni nella pubblica amministrazione. Le prime stime per il 2015 mostrano che il deficit dovrebbe scendere al 4 per cento, contro il 5,7% del 2014. Il nuovo ministro delle Finanze ha comunque confermato che non ci saranno nuove tasse, ma neanche una diminuzione della pressione fiscale vigente. Dei risparmi non dovrebbero risentire gli investimenti pubblici nelle infrastrutture.
La prima decisione del governo in questa direzione ha suscitato perplessità nella stampa, dopo che da ieri sono state abolite le spese per il vitto dei volontari e dipendenti della Croce rossa e altre associazioni umanitarie nel centro di transito e accoglienza per i profughi a Slavonski Brod, dove ogni giorno vengono registrati tra i mille e i tremila migranti diretti verso la Germania.