(ANSAmed) - BELGRADO, 12 APR - Vertice all'insegna
dell'amicizia e della cordialita' oggi a Mostar fra i leader di
Serbia e Bosnia-Erzegovina, Aleksandar Vucic e Bakir
Izetbegovic, che hanno mostrato la volonta' di aprire una pagina
nuova nei tormentati rapporti fra Belgrado e Sarajevo, ancora
pesantemente segnati dalle conseguenze del sanguinoso conflitto
armato del 1992-1995 in Bosnia. "Serbi e bosniaci hanno
sicuramente un futuro comune qui, dove hanno vissuto insieme per
secoli", ha detto Vucic in una conferenza stampa congiunta al
termine di un colloquio con Izetbegovic, che e' presidente di
turno della presidenza tripartita bosniaca (che comprende anche
il membro serbo e quello croato). A Mostar i leader della
regione si sono ritrovati oggi per l'inaugurazione della
tradizionale Fiera economica internazionale. Sia Vucic che
Izetbegovic hanno definito il loro incontro buono, franco e
sincero anche se - come ha osservato Vucic - non facile. "Noi
serbi abbiamo confini con molti paesi, ma viviamo insieme con i
bosniaci sia in Serbia che in Bosnia-Erzegovina, e cosi' sara'
anche per il futuro", ha affermato Vucic secondo il quale " le
relazioni serbo-bosniache sono la spina dorsale per la
sopravvivenza dei Balcani occidentali, per la pace e la
sicurezza di tutti i popoli della regione". Izetbegovic da parte
sua ha detto che "il passato e' stato quel che e' stato" e che
non si puo' far nulla per cambiarlo, "ma noi possiamo fare tanto
per cambiare il futuro". "Vogliamo intensificare il dialogo fra
Bosnia e Serbia, fra serbi e bosniaci. Abbiamo bisogno di
capirci, di rispettarci, e di rispettare la verita' e le
sentenze dei tribunali internazionali", ha detto Izetbegovic. A
suo avviso la Serbia ha il diritto di ricordare i crimini
commessi ai suoi danni durante la seconda guerra mondiale, anche
con la creazione dello Strato indipendente di Croazia (regisme
ustascia). "Bisogna ricordare e non dimenticare, cosi' come noi
ci ricorderemo sempre di certe cose", ha detto il leader
bosniaco per il quale cio' non deve essere un ostacolo al
miglioramento delle relazioni. (ANSAmed)