Inoltre, su richiesta dei sopravvissuti al lager, per la prima volta non ci sono stati discorsi di politici, ma è stato letto un toccante e doloroso ricordo della 95-enne Pava Molnar, ex detenuta a Jasenovac. Alla commemorazione era presente anche il controverso nuovo ministro della Cultura croato, Zlatko Hasanbegovic, di professione storico e noto per la sua militanza negli anni Novanta tra la file di gruppi politici di estrema destra, fondati direttamente in emigrazione dal "duce croato" e leader degli ustascia, Ante Pavelic. Hasanbegovic, ora membro del partito al potere, l'Unione democratica croata (Hdz, conservatori), è sottoposto da mesi a una valanga di critiche quasi unanime del mondo della cultura e della stampa per il suo evidente revisionismo storico sulla natura criminale e nazista dello Stato indipendente della Croazia, guidato dal 1941 da Pavelic, ultimo estremo alleato di Hitler fino alla primavera del 1945. Alla domanda se si sentisse responsabile per il boicottaggio delle minoranze, il ministro ha risposto che la responsabilità "può essere solo di coloro che oggi non sono venuti" a Jasenovac. Le minoranze serba ed ebrea, come anche le associazioni dei partigiani e antifascisti, hanno tenuto nei giorni scorsi commemorazioni separate da quelle ufficiali statali in segno di protesta per la crescente intolleranza nella società croata, accompagnata da un revisionismo storico della natura criminale del regime ustascia.
Nei quattro anni di guerra a Jasenovac furono uccisi o morirono per stenti e torture poco meno di 100 mila serbi, ebrei e Rom. (ANSAmed).