"La Croazia ha bisogno di una nuova visione e di un nuovo approccio per superare le conseguenze negative della crisi economica globale, creare prosperità e pari opportunità economiche per tutti", ha detto Plenkovic, fino a qualche giorno fa eurodeputato, chiedendo la fiducia al Parlamento. Il premier incaricato ha sottolineato anche l'appoggio promessogli da tutti i deputati che rappresentano le minoranze etniche, incluse quella italiana e la più sinsibile e delicata, quella serba.
Plenkovic si è impegnato a ricucire le profonde divisioni tra lo Stato centrale e le minoranze, emerse nell'ultimo anno in un clima di intolleranza e nazionalismo, in parte anche a causa di una retorica estremista di alcuni ex ministri.
Per questo, sulla linea politica che Plenkovic ha intenzione di dettare dice molto di più del discorso programmatico la scelta dei ministri e dei suoi più stretti collaboratori. Nel governo, che dovrebbe essere nel pieno dei propri poteri già stasera, non figurano più i falchi nazionalisti dell'ala destra dell'Unione democratica croata (Hdz), partito conservatore alla cui guida Plenkovic è arrivato a luglio dopo il collasso, tra scandali e dissensi interni, del governo uscente. La compagine governativa presentata oggi continua la coalizione formasti un anno fa tra l'Hdz e il nuovo partito populista Most (Ponte), ma ora con equilibri interni molto più stabili e senza i partiti minori di estrema destra, esclusi su volontà dello stesso Plenkovic. (ANSAmed).