(ANSAmed) - ZAGABRIA, 15 MAR - Il governo di Zagabria ha
confermato di seguire da vicino le gravi difficoltà finanziarie
in cui si trova il gigante agroalimentare croato Agrokor, una
delle più grandi società nell'Europa sud-orientale, ribadendo
comunque di non avere intenzione di intervenire in aiuto di una
compagnia privata.
Ieri la Croazia è stata scossa della notizia che la Agrokor, che dà lavoro a 60 mila presone e dichiara un giro d'affari di circa otto miliardi di euro all'anno, si troverebbe al limite del collasso. I problemi che la società sta riscontrando nel tentativo di rifinanziare i propri enormi debiti - contratti negli ultimi anni durante varie operazioni di espansione sui mercati dei Paesi vicini, specie in Slovenia e in Serbia - erano noti da alcune settimane ma non la loro gravità. Il mese scorso tutte le principali agenzie di rating hanno rivisto in negativo la stabilità della società, mentre nelle quotazioni in borsa le azioni delle compagnie che fanno parte del gruppo hanno perso sensibilmente di valore.
Secondo alcuni esperti la Agrokor, per non fallire, sarà costretta a trovare un partner strategico estero, oppure tentare di rifinanziarsi uscendo in borsa. Questo significa che la società dovrebbe drasticamente cambiare la struttura proprietaria. Non viene escluso che il fondatore dell'azienda e uno degli uomini d'affari più ricchi e potenti dei Balcani, il tycoon croato Ivica Todoric, sia costretto a ritirasi dalla guida della Agrokor. Il governo per ora non intende intervenire, lasciando alla direzione della società di trovare la soluzione migliore, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali.
Secondo la stampa invece, la situazione in cui si trova la Agrokor potrebbe avere effetti sull'intera economia del Paese, in sensibile ma ancora fragile ripresa, e l'esecutivo non potrà astenersi dall'agire. Infatti, solo negli ultimi giorni sono state tenute almeno due riunioni segrete tra i rappresentati del governo, della Agrokor e dei creditori. (ANSAmed).
Ieri la Croazia è stata scossa della notizia che la Agrokor, che dà lavoro a 60 mila presone e dichiara un giro d'affari di circa otto miliardi di euro all'anno, si troverebbe al limite del collasso. I problemi che la società sta riscontrando nel tentativo di rifinanziare i propri enormi debiti - contratti negli ultimi anni durante varie operazioni di espansione sui mercati dei Paesi vicini, specie in Slovenia e in Serbia - erano noti da alcune settimane ma non la loro gravità. Il mese scorso tutte le principali agenzie di rating hanno rivisto in negativo la stabilità della società, mentre nelle quotazioni in borsa le azioni delle compagnie che fanno parte del gruppo hanno perso sensibilmente di valore.
Secondo alcuni esperti la Agrokor, per non fallire, sarà costretta a trovare un partner strategico estero, oppure tentare di rifinanziarsi uscendo in borsa. Questo significa che la società dovrebbe drasticamente cambiare la struttura proprietaria. Non viene escluso che il fondatore dell'azienda e uno degli uomini d'affari più ricchi e potenti dei Balcani, il tycoon croato Ivica Todoric, sia costretto a ritirasi dalla guida della Agrokor. Il governo per ora non intende intervenire, lasciando alla direzione della società di trovare la soluzione migliore, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali.
Secondo la stampa invece, la situazione in cui si trova la Agrokor potrebbe avere effetti sull'intera economia del Paese, in sensibile ma ancora fragile ripresa, e l'esecutivo non potrà astenersi dall'agire. Infatti, solo negli ultimi giorni sono state tenute almeno due riunioni segrete tra i rappresentati del governo, della Agrokor e dei creditori. (ANSAmed).
