Assieme ad altri partiti minori e alcuni deputati indipendenti, il premier è ora sicuro di avere una maggioranza per governare. Per i liberali l'entrata in governo arriva però a un prezzo molto alto: la scissione del partito. Infatti, quattro dei nove deputati dell'Hns hanno annunciato che lasceranno il proprio partito e voteranno contro il governo. L'accordo garantisce stabilità in un periodo alquanto tumultuoso per la politica, ma anche l'economia croata dopo il collasso e il commissariamento due mesi fa del gigante agroalimentare Agrokor, la più grande azienda del Paese, il cui futuro e l'impatto sulla crescita non sono ancora chiari.
D'altro canto l'entrata dei liberali nel governo, o almeno una loro ala, viene vista come un'operazione di mercimonio politico e i leader dell'Hns, al quale vanno due ministeri (Edilizia e Pubblica istruzione), vengono duramente criticati dalla stampa e da una buona parte dell'opinione pubblica per il tradimento degli elettori che li hanno votati lo scorso settembre sulle liste del centrosinistra. Plenkovic ha intanto riconfigurato il proprio governo che, accanto ai due ministri dell'Hns, avrà altri cinque nuovi membri, tutti parte della sua Unione democratica croata (Hdz).
Il voto di fiducia in Parlamento per i sette nuovi ministri, e di fatto per la nuova coalizione di governo, è atteso stasera tardi. Il premier non dovrebbe avere problemi ad arrivare ai 76 voti necessari, e potrebbe anche superare questa maggioranza minima richiesta di tre o quattro voti. (ANSAmed).