Non ci sono più roghi nelle periferie orientali di Spalato.
Ieri sera tardi un grande incendio si era esteso intorno alla città, divampando in alcuni quartieri periferici dove sono bruciati numerosi ettari di macchia mediterranea, una parte di una discarica per i rifiuti e alcune automobili. Sembra comunque che non vi siano danni alle abitazioni e all'infrastruttura cittadina. Il rifornimento dell'energia elettrica è stato ripristinato in pieno.
Secondo informazioni diffuse dal ministero del Turismo, i molti turisti, circa 40 mila, che si trovano nella stessa Spalato e nei luoghi di villeggiatura vicini, non stanno abbandonando la zona, né si è verificata la necessità per una loro evacuazione preventiva. La situazione ieri notte era drammatica, ma grazie alle informazioni diffuse dai centri di crisi il panico è stato contenuto. Secondo le autorità non ci sono rischi per i turisti o la popolazione locale.
Intanto la gestione dell'incendio ha provocato dissensi politici. Mentre il primo ministro Andrej Plenkovic si è detto soddisfatto per la pronta e professionale reazione di tutti i segmenti del sistema, la presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarovic, ha dichiarato che "l'esercito sarebbe dovuto intervenire prima".
Queste divergenti interpretazioni delle due più alte cariche politiche e istituzionali croate, avrebbero indotto il ministro della Difesa, Damir Krsticevic, a dimettersi. Il ministro, secondo il quotidiano Jutarnji list, avrebbe offerto le proprie dimissioni invitando il premier e la presidente "a destituirmi se credono che le forze armate non abbiano reagito in tempo e in un modo adeguato". Secondo altre fonti le dimissioni di Krsticevic sarebbero irrevocabili. In questo momento, accanto alle centinaia di vigili del fuoco, nelle operazioni di spegnimento sono impegnati anche 200 appartenenti dell'esercito e altri 500 sono pronti ad intervenire in caso di necessità. (ANSAmed).