(ANSAmed) - ZAGABRIA, 28 FEB - L'uso pubblico del saluto
filofascista degli ustascia croati "Per la patria pronti!",
analogo al "Heil Hitler" tedesco, resterà anticostituzionale in
Croazia, con però alcune eccezioni importanti, quando si
riferisce agli avvenimenti della guerra per l'indipendenza
croata degli anni Novanta. Lo ha proposto oggi al governo di
Zagabria la Commissione consultiva per il superamento del
passato dei regimi non democratici, nominata un anno fa dal
primo ministro conservatore Andrej Plenkovic, con il compito di
trovare le modalità legali e sociali per diminuire le profonde
divisioni presenti da anni nella società croata sul carattere
del regime degli ustascia del duce croato Ante Pavelic, ma anche
di quello comunista jugoslavo del maresciallo Tito.
La Commissione, composta in maggioranza da storici, ha
ribadito le posizioni espresse in passato anche dalla Corte
costituzionale che i simboli degli ustascia, alleati di Hitler e
Mussolini, al potere in Croazia dal 1941 al 1945, sono da
ritenere anticostituzionali e in violazione dei valori
democratici e di difesa dei diritti umani e delle minoranze ai
quali si richiama la moderna Repubblica di Croazia, e di
conseguenza resta vietato il loro uso. Ma la Commissione ha
proposto una importante eccezione per il motto ustascia "Per la
patria pronti!", risuscitato nel 1991, all'inizio della guerra
per l'indipendenza della Croazia, da alcune formazioni
paramiliari croate composte da volontari di estrema destra, poi
integrate nell'esercito regolare. Il saluto di chiara
derivazione filofascista potrà essere usato durante le
commemorazioni pubbliche e sulle tombe dei soldati caduti negli
anni Novanta sotto questo simbolo, dopo previo consenso delle
autorità competenti. Questo compromesso ha già suscitato una
valanga di critiche da parte della stampa liberale e di
sinistra.
D'altro canto, l'uso della stella rossa e di altri simboli
comunisti e della lotta antifascista rimangono accettabili e non
dovrebbero essere vietati, come speravano le organizzazioni e i
partiti di destra. Non dovrebbero però essere adoperati per
promuovere la parte buia del comunismo, violazioni dei diritti
umani e persecuzioni dei dissidenti. Saranno però i giudici a
valutare caso per caso il contesto dell'uso della stella rossa e
del nome del maresciallo Josip Broz Tito.
Spetta ora la governo e al parlamento tradurre in una
normativa le proposte e i consigli della Commissione. (ANSAmed).