Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Croazia: raccolte firme per referendum contro minoranze

Formazioni di destra mirano a riformare sistema elettorale

04 giugno, 15:39

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 4 GIU - In Croazia una coalizione di gruppi di destra e di associazioni vicine alla Chiesa cattolica ha annunciato di aver raccolto le firme necessarie per indire un referendum sulla riforma del sistema elettorale che, tra l'altro, mira a ridurre il numero dei rappresentanti al Parlamento croato delle minoranze etniche e di limitare sensibilmente i loro poteri. L'iniziativa 'Il popolo decide' ha fatto sapere di avere quasi 400 mila firme - 25 mila in più della soglia prevista dalla legge, pari al 10 per cento dell'intero elettorato - necessarie per aprire la procedura referendaria. Questi gruppi sostengono che il sistema elettorale in Croazia favorisce il duopolio dei principali partiti, assicura ai segretari politici un potere troppo forte nella formazione delle liste elettorali e favorisce l'influenza dei rappresentanti delle minoranze a scapito della popolazione maggioritaria e dei croati residenti all'estero.

Tra le varie proposte della riforma ci sono l'introduzione delle votazioni per posta o elettroniche per la diaspora croata, la riduzione dello sbarramento per l'ingresso in Parlamento dall'attuale 5 al 4 per cento, e la diminuzione del numero dei deputati delle minoranze, eletti in collegi speciali.

Attualmente il Paralamento monocamerale croato conta otto rappresentati delle minoranze (su 151 deputati), di cui tre serbi e uno per la comunità italiana. Oltre a ridurre il loro numero totale a cinque, la proposta vieterebbe ai deputati delle minoranze di partecipare alle votazioni per la fiducia al governo e per l'approvazione del bilancio, escludendo di fatto la possibilità che le minoranze possano fare parte della compagine governativa, come è il caso in questo momento con l'esecutivo di centro-destra guidato dal primo ministro Andrej Plenkovic.

Contro l'iniziativa si sono espressi quasi tutti i partiti di governo e di opposizione e una buona parte degli organi di stampa. Il premier Plenkovic ha detto di ritenere "inaccettabile ridurre i diritti delle minoranze in questo modo". "Si tratta di un'iniziativa sbagliata e irresponsabile - ha spiegato - nonché di un enorme passo indietro rispetto agli standard di protezione e promozione dei diritti minoritari in vigore in Croazia da due decenni". I leader delle minoranze affermano come i sentimenti negativi verso la minoranza serba, diffusi in una parte della popolazione croata, sono stati abusati e manipolati durante la raccolta delle firme per il referendum, che vedono come chiaramente "anti-serbo".

Un appoggio all'iniziativa è giunto invece dalla presidente della Repubblica Kolinda Grabar Kitarovic. Ora la palla passa al Parlamento e alla Corte costituzionale che si dovranno esprimere sull'ammissibilità dei quesiti, specie su quello che mira a ridurre i poteri dei rappresentati delle minoranze. (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati