ZAGABRIA - Circa quattromila operai dei due maggiori cantieri navali croati, l'Uljanik di Pola in Istria, e il 3. maj di Fiume, sono in sciopero da una settimana per protesta contro la direzione delle due società che ha portato l'industria al limite della bancarotta e per chiedere il pagamento degli stipendi che tardano da due mesi.
La crisi nella cantieristica navale croata è conseguenza delle ingenti perdite generate negli ultimi due anni, stimate a circa 300 milioni di euro, a causa di commissioni per costruzioni di navi a basso costo. Attualmente si attende un parere della Commissione europea sul piano di ristrutturazione dei due cantieri navali, condizione per un prestito garantito dal governo di Zagabria di 200 milioni di euro che permetterebbe alle società di evitare il fallimento. Intanto è iniziata la ricerca di un partner strategico che acquisterebbe la quota maggioritaria dei cantieri e porterebbe un'iniezione di capitale fresco.
Gli operai in sciopero, a cui si uniscono spesso anche migliaia di cittadini di Pola e Fiume, hanno organizzato una serie di marce di protesta nelle due città adriatiche, e ieri si sono radunati a Zagabria davanti alla sede del governo.