Secondo la Bvm è chiaro che si tratta di respingimenti forzati e contrari alle leggi internazionali dato che sono avvenuti al "confine verde", nei boschi tra i due Paesi, e non ai valichi di frontiera, e senza la presenza di agenti bosniaci. I filmati inoltre mostrano che in alcuni casi la polizia croata ricorre anche alla forza, in questo caso concreto a calci, minacce e insulti.
‘Respingimenti forzati collettivi’ Il Centro per gli studi di pace ha riferito che i filmati per la prima volta offrono prove inconfutabili per le molte denunce contro il comportamento della polizia croata, presentate negli ultimi mesi da varie organizzazioni internazionali, quali il Consiglio d'Europa, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e Human Rights Watch. "I filmati mostrano respingimenti forzati collettivi e uso di violenza ingiustificata", sostiene il Cms, che oltre alle verifiche della magistratura, ha chiesto anche le dimissioni del ministro degli Interni e di alcuni alti comandanti della polizia croata. Il ministro Davor Bozinovic ha invece detto di non aver visto nessun filmato in cui la polizia croata ricorre a violenze e che tutte le verifiche, incluso quest'ultimo caso, non hanno mostrato comportamenti illeciti degli agenti croati. La Croazia ha sempre respinto le accuse su comportamenti illeciti delle forze dell'ordine contro i migranti.
(A group of migrants attempting to cross into Croatia gather near the Maljevac border crossing, Bosnia and Herzegovina.
Credit: EPA/FEHIM DEMIR)