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Migranti: rapporto Amnesty, Croazia respinge accuse violenze

Ministro interni, 'polizia difende confini in rispetto leggi'

13 marzo, 13:49

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 13 MAR - La Croazia ha respinto oggi le accuse di Amnesty International (AI), secondo cui la polizia croata ricorre sistematicamente a respingimenti collettivi illeciti e abusi, incluse violenze, ai danni di migranti e profughi ai confini con la Bosnia.

In una lettera aperta a Massimo Moratti, responsabile per la ricerca nell'ufficio europeo dell'AI, il ministro degli Interni croato, Davor Bozinovic, ha affermato che la polizia croata "controlla e difende efficacemente i propri confini, nel pieno rispetto delle leggi nazionali e internazionali". A differenza di quanto sostenuto in un rapporto di AI, diffuso oggi, Bozinovic ha affermato che eventuali violenze e abusi non vengono tollerati o incoraggiati, mentre tutte le denunce per tali comportamenti illeciti della polizia vengono sempre verificate. Finora queste verifiche non hanno dimostrato abusi, violenze o respingimenti illeciti da parte degli agenti croati.

Il ministro ha ripetuto spiegazioni offerte già varie volte in passato dopo denunce per abusi e violenze, mosse da altre organizzazioni internazionali. Molto spesso, sostiene Bozinovic, "i migranti rilasciano accuse false contro i poliziotti croati, nella speranza che queste possano in qualche modo essere loro d'aiuto nell'entrare in Croazia". Nel suo rapporto Amnesty International si è avvalsa di 94 dichiarazioni di migranti nei campi di accoglienza nella zona di Bihac, in Bosnia, non lontano dal confine con la Croazia. Il ministero croato fa invece notare che questa organizzazione non ha offerto nessuna informazione con la quale si potrebbero identificare le persone che denunciano abusi, né verificare le loro affermazioni.

"Siamo convinti che nella maggior parte dei casi di migranti intervistati, si tratta di persone che non sono mai neanche entrate in Croazia, ma contro le quali sono state eventualmente adoperate misure di prevenzione al confine di stato, in sintonia con le regole di Schengen", sostiene il ministro Bozinovic.

(ANSAmed).

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