L'intento è creare una rete di monitoraggio transfrontaliera sostenuta da una cooperazione tecnica, scientifica e istituzionale per assicurare una protezione efficace della biodiversità marina e sviluppare un uso sostenibile degli ecosistemi e delle risorse marine e costiere. L'Adriatico settentrionale, osserva la Regione in una nota, "è un'area fortemente colpita dall'aumento del traffico marittimo, del turismo e dello sfruttamento delle risorse con forte impatto sullo status della biodiversità: tale ambito per la sua ristretta conformazione evidenzia condizioni di elevata vulnerabilità, a fronte di un a forte rilevanza ecologica che riveste a livello europeo per specie e habitat inclusi in siti Natura 2000, aree protette marine e costiere".
Con il progetto si vuole favorire una cooperazione tra i due paesi per misurare e monitorare in maniera sistematica, tramite boe dotate di idrofoni, il rumore subacqueo sia nelle acque italiane che croate, mappando l'inquinamento acustico causato dalle attività antropiche (piattaforme, traffico nautico, turismo costiero) e valutandone l' impatto sulle specie marine, soprattutto quelle a rischio. Per questo verrà elaborato un piano per l'uso sostenibile delle risorse marine e costiere che non danneggi gli l'ecosistemi presenti.
L'inquinamento acustico marino non è stato misurato in Adriatico prima d'ora: questo progetto della durata di 2 anni sarà un punto di partenza per studi scientifici e per la individuazione di misure sostenibile degli ecosistemi marini e costieri a valere sui fondi europei. Il modello base è già stato utilizzato con successo nel Mare del Nord. L'Istituto di oceanografia e pesca di Spalato ha coordinato il kick off meeting che si è tenuto nella sede dello stesso istituto il 27 e 28 febbraio 2019. La Regione Marche partecipa alle attività di progetto dando un supporto a livello istituzionale.(ANSA).